Colonnine di ricarica cercasi … disperatamente.
Non bisognava essere dei veggenti per capire che presto si sarebbe arrivati a questa situazione. E, ci saremmo arrivati anche molto prima se non ci fosse stata la pandemia.
Gli incentivi statali e regionali hanno fatto volare negli ultimi due anni, in particolare, la vendita di auto ibride ed elettriche al 100%.
Ma alla diffusione dei veicoli, inutile negarlo, non è seguita una parallela diffusione delle colonnine di ricarica. Perchè?
La risposta indubbiamente è complessa ed ogni player in campo, A2A, Enel, Be Charge per citare alcuni dei più importanti, segue una propria strategia ed ha le proprie motivazioni.
Quindi, la domanda va un po’ ribaltata. Perchè in determinate zone ad alta densità di presenza e di utilizzo delle colonnine di ricarica non segue un immediato potenziamento?
Facciamo un esempio concreto con Brescia.
A Bresciadue le colonnine presenti sono 2 in via Malta, nel parcheggio di via Malta 12. Altre due in via Cefalonia, a circa 500 metri. Altre due ad altri 500 metri a nord, in via Sostegno.
Tutte postazioni di ricarica “Quick”, con un massimo di potenza di 22 Kw e quindi con la necessità di lasciare parcheggiato l’auto per una ricarica completa una media di 4 ore, ben oltre il limite consentito dei 120 minuti.
È chiaro che, dati alla mano in possesso di A2A, l’utilizzo di queste postazioni sia “intenso” . Quindi, nell’ottica di una richiesta sempre maggiore perchè non potenziare l’offerta con altre colonnine.
E, soprattutto, perchè non optare per colonnine “fast” che consentono di ricaricare all’80% un’auto di medie dimensioni in 30 minuti? Domanda da rivolgere a tutti i player in campo.
Il rimedio “all’italiana” nel frattempo è stato trovato. Multare le auto in ricarica da più di 120 minuti. Ricarica completata o meno, poco importa. Dopo 2 ore te ne devi andare per lasciare spazio agli altri. Sennò sono 29 euro.
Indubbiamente più pratico ed economico che installare colonnine Fast, non per gli automobilisti però.