Duende arriva a Brescia, il Festival che miscela le arti performative alle nuove tecnologie. Un evento ricco di appuntamenti, che chiude l’anno della Capitale e che si svolgerà dall’1 al 10 dicembre al Teatro Sociale, al Cinema Nuovo Eden e in diversi luoghi della città.
Al centro tecnologie immersive, intelligenze artificiali e metaverso, che si integrano al corpo dei performer e degli spettatori. E ancora eventi di prosa, installazioni, proiezioni cinematografiche e talk.
“Avremo una settimana intensissima di appuntamenti in tutta la città – ha detto Nadia Busato, direttrice artistica festival Duende – Spettacoli, padiglioni d’arte, talk, appuntamenti al cinema, ma soprattutto una grande festa finale segretissima fino al 10 dicembre. Bisogna scaricare l’app e iscriversi”.
“Il teatro ha una reputazione per adulti, mentre i ragazzi sono quelli delle feste e dei concerti. Il CTB sta invece cercando di catturare giovani spettatori nella rete del teatro, che è una rete virtuosa, che crea confronto concreto – ha detto Camilla Baresani Varini, presidente CTB – Questo programma Duende unisce tutti i mondi dei giovani”.
“L’umanità coabita con le macchine, nuove generazioni crescono in un mondo ibridato con il digitale, le tecnologie simulano in modo sempre più credibile ogni elemento umano utile alla relazione – si può leggere nel loro manifesto – Nate per faticare, le nuove tecnologie giocano il gioco dell’imitazione. Le chiamiamo tecnologie empatiche perché sono in grado di suscitare negli utenti la più umana delle connessioni: quella empatica, per l’appunto”.
“Poiché nel cuore del teatro si trovano il gioco dell’imitazione e l’incontro empatico, ecco che è il teatro l’arte che efficacemente può integrare le nuove tecnologie, senza porsi troppo seriamente un problema di autenticità: in fondo, a teatro si piange da quasi tre millenni lo stesso morto – proseguono – Con queste premesse, nasce DUENDE: più che un festival, un contenitore sperimentale, una nuova dimensione dove il teatro si relaziona con le nuove tecnologie empatiche”.