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Condotta Fognaria del Garda: inizia la seconda fase di messa in sicurezza

Condotta Fognaria del Garda: inizia la seconda fase di messa in sicurezza

Scatterà questa mattina la fase due dell’operazione di messa in sicurezza della condotta fognaria sommersa dalla chiatta affondata davanti al porto del Casinò di Gardone Riviera. La tubatura che per quasi due settimane ha subito una pressione di quattro volte superiore al limite è stata liberata sabato dai sommozzatori tagliando la catena di una boa. L’incombente rischio disastro ambientale è stato di fatto scongiurato ma ora bisogna valutare gli eventuali danni della tubazione. Si comincerà con una serie di ispezioni nel segmento che per giorni è rimasto a contatto con il barcone – ha spiegato il tecnico responsabile delle reti di Garda Uno Alessandro Andreatta -. Con il supporto logistico dei Volontari del Garda saranno nuovamente coinvolti i sub della Athos Group di Malcesine già protagonisti nei giorni scorsi e altri sommozzatori della Carmar sub di Ancona. L’allarme è in parte rientrato ma sullo sfondo restano alcune criticità alla condotta che andranno affrontate in modo rapido e incisivo. La tubatura ha un diametro di 40 centimetri ed è costituita di materiale «elastico» in polietilene. Se le analisi alla condotta saranno confortanti, tra le ipotesi più plausibili ci sarebbe quella di lasciarla sul fondale, dove si trova adesso. Nessun pericolo di ulteriore scivolamento con la tubatura che sarà imprigionata sul fondale con dei collari di ancoraggio utilizzando il metodo manta ray. Si tratterebbe di ancoraggi eco compatibili che comportano un’installazione senza scavi che potrebbero deturpare l’ambiente. Nel caso la tubatura dovesse presentare problemi di tenuta, bisognerà sostituirla: un’impresa a dir poco complessa considerato che anche utilizzando i sistemi di intervento più evoluti, piccole perdite di acque nere nel lago saranno inevitabili considerato che in quel tubo vengono trasportati in pressione 90 litri di reflui al secondo. Capitolo chiatta: i tempi del recupero affidato all’impresa esecutrice dei lavori a villa Itolanda si annunciano lunghi.

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