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Confindustria, “l’economia bresciana rallenta. Un 2023 con segno meno”

È “rallentamento” il termine che accompagna la previsione del 2024 di Confindustria Brescia. 

Un dato evidente già dal Pil nazionale che dal 3,2% del 2022 passa allo 0,7% nel 2023 e , stesso valore,  nel 2024. 

Una contrazione che colpisce anche il comparto manifatturiero calcolata nello 0,3% 

Il “segno meno” compare in modo preoccupante anche nell’export. Il 41% delle imprese affiliate a Confindustria Brescia ha dichiarato una flessione delle vendite verso l’estero e di queste il 19% ha dichiarato un rallentamento superiore al 20%. 

IL COSTO ENERGETICO FRENA LA COMPETITIVITÀ’

“Sui costi energetici -ha sottolineato Gussalli Beretta – non possiamo abbassare la guardia perchè i dati ci dicono che rispetto al 2022 c’è stato un ripiegamento ma siamo ancora a livelli molto importanti. Se compariamo il 2019 e quest’anno, il nostro territorio aveva una bolletta di 280 milione e quest’anno sarà di 1 miliardo e mezzo, quindi triplicato”. 

Ma oltre al costo è la differenza che si registra in Europa l’altro elemento di preoccupazione per gli imprenditori bresciani e italiani . In Italia il costo al Megavattore è di 121 euro, contro i 91 della Germania, quindi un 25% in meno, con la Francia la differenza è del 27% mente con la Spagna è addirittura del 67%. 

“Chiediamo una vera politica economica energetica industriale -ha proseguito il presidente degli Industriali Bresciani”. 

L’OCCUPAZIONE 

In chiaroscuro i dati sull’occupazione. Se da una parte siamo in linea con lo scorso anno, + 21mila persone nel 2022 e +20mila nel 2023. 

“Dato negativo – ha sottolineato Gussalli Beretta – è rappresentato dalla flessione del  28% del lavoro interinale. Un dato che, se messo in relazione a quello degli ammortizzatori sociali, emerge che le ore richieste nel 2023 sono state 15,9 milioni con un aumento del 42% rispetto all’anno precedente. 

Il tasso di occupazione è in linea con quello nazionale ma, anche qui, Brescia aveva un dato migliore di quello italiano sull’occupazione femminile ma oggi invece è dimensionato a quello dell’Italia. 

“Per fare un esempio su tutti -ha sottolineato il Presidente Gussalli Beretta- il asso di occupazione femminile in Italia è del 54% contro il 74% della Germania. 

ITS 

In Confindustria non manca la preoccupazione per la gestione dei Fondi del Pnrr per gli ITS. Fondi che sono stati messi a disposizione dei laboratori ma non del mondo produttivo. 

SALARIO MINIMO 

Sul salario minimo la posizione di Confindustria Brescia rimane “cauta”.  “Ci  preme -ha detto Roberto Zini-  un tema di lavoro povero che c’è nel Paese e ci interpella e quello del salario minimo può essere una strada da percorrere. I salari dove negli ultimi 30 anni sono cresciuti meno è l’Italia e vorremmo favorirlo. Ma c’è anche il tema dell’ aumento della produttività”

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