Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha lasciato il Quirinale dopo il colloquio con il capo dello Stato Sergio Mattarella. Il premier ha rassegnato le dimissioni. Il presidente della Repubblica si è riservato di decidere e ha invitato il governo a rimanere in carica per il disbrigo degli affari correnti. E’ quanto riporta una nota del Quirinale. Le consultazioni, si apprende ancora, avranno inizio nel pomeriggio di domani, mercoledì 27 gennaio.
Il centrodestra terrà alle 14.30 il vertice per fare il punto della situazione mentre Italia viva riunirà i gruppi parlamentari questa sera alle 22.30 per un confronto sulla linea del partito rispetto alla crisi.
“Non c’è alcuna soluzione all’orizzonte diversa da un l’incarico a Conte che rimane il punto di equilibrio di una maggioranza che ha avuto momenti e passaggi faticosi” ha detto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli in mattinata aggiungendo: “Quando aumenta troppo la confusione sul fronte politico e istituzionale il rischio delle elezioni diventa concreto”. “Abbiamo chiesto di rilanciare l’azione di governo prima che si aprisse una crisi che ricordo è incomprensibile. Abbiamo ripetuto che c’è un punto imprescindibile rappresentato dal presidente Conte e una maggioranza che tiene e che vuole ripartire da qui per rafforzarsi” ha detto la vicepresidente del Pd, Debora Serracchiani, al Tg1. “Come Pd abbiamo dimostrato di essere un partito di responsabilità e punto fermo in momento di grande confusione. In questo momento il Pd è unito attorno ai nostri vertici e al segretario in questo percorso stretto e complicato”, ha aggiunto.
Esclude le larghe intese e invoca il voto il leader della Lega, Matteo Salvini, che nel pomeriggio incontrerà gli alleati del centrodestra dopo che Conte salirà al Quirinale. “Usiamo le prossime settimane per ridare la parola al popolo, e poi avremo cinque anni con un governo e un Parlamento seri e legittimati, non scelti a Palazzo ma scelti dagli italiani”, ha detto. Il centrodestra avanza comunque compatto, dopo che anche Cambiamo di Giovanni Toti e l’Udc si sono sfilati dalla partita dei “costruttori”. Il governo “passa l’intera giornata a occuparsi di beghe di Palazzo. Conte sì, Conte no, Conte ter. Dimissioni si, dimissioni no, dimissioni domani. L’Italia non si merita questo schifo” attacca poi la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che con gli alleati leghisti invoca il ritorno subito alle urne. Più cauta Forza Italia con Silvio Berlusconi che, in una intervista a “il Giornale” parla di “una una presa d’atto della realtà”. “E’ il capo dello Stato che deve indicare la strada da seguire. Il presidente Mattarella ha l’autorevolezza e l’equilibrio che sono necessari per questo difficile compito. Le strade possibili sono soltanto due: un governo che rappresenti veramente l’unità del Paese oppure restituire la parola agli italiani”.
Quindi niente Conte-ter, per Forza Italia. “La situazione è talmente grave che non possiamo permetterci di giocare con le formule. Un governo che fosse la riproposizione di quello attuale, spostando solo qualche ministro e reclutando qualche parlamentare del gruppo misto, avrebbe esattamente gli stessi problemi del governo in carica. Quindi non lo potremmo mai appoggiare”, ha ribadito Berlusconi.
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