Tra Governo e Regione si alza il livello dello scontro e la Regione diffonde una nota nella quale “ricostruisce i principali passaggi e i relativi provvedimenti assunti a partire dal 21 febbraio”.
“Nello stesso giorno – si legge nella Nota – in cui si registra il primo contagio in Lombardia, infatti, il presidente della Regione con il Ministro della Salute, ha assunto la prima ordinanza con l’obiettivo di sospendere le attività scolastiche, le manifestazioni pubbliche e le attività lavorative e commerciali.
Il 23 di febbraio viene istituita dal Presidente del Consiglio dei Ministri la zona rossa di Codogno. Nello stesso giorno viene istituita la zona gialla, che prevedeva minori restrizioni, con ordinanza firmata dal Presidente Fontana e dal Ministro Speranza”.
“Il 1 marzo – prosegue la Nota – è stato concordato il primo dpcm con misure restrittive su tutta la regione con particolare severità per le province di Bergamo,Cremona, Lodi e Piacenza, reiterando le misure già disposte per i dieci comuni del lodigiano.
A fronte della mappatura della diffusione del contagio, Regione Lombardia il 3 marzo ha reiterato, fra le altre, la richiesta di istituire una zona rossa per Nembro e Alzano, attraverso il Comitato Tecnico Scientifico di supporto a Palazzo Chigi che condivideva tale valutazione, inoltrandola al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro della Salute”.
“L’8 marzo – conclude la Nota – il Governo ha deciso con proprio dpcm – quello che ha generato il drammatico esodo notturno dalla Lombardia – di istituire la zona rossa in tutta la regione, superando ogni decisione relativa a Nembro e Alzano e cancellando quella di Codogno”.