Salgono a 70 i casi di coronavirus riferibili al focolaio individuato in cinque macelli e salumifici del Mantovano, mentre sono duecento le persone poste in isolamento. A riferire il dato è l’Ats Valpadana, spiegando che, in seguito allo screening a tappeto effettuato nei gironi scorsi, risultano avere contratto il virus 54 lavoratori domiciliati in provincia di Mantova, 4 in quella di Cremona e i restanti in Emilia Romagna. Di questi, solo uno è ricoverato in ospedale in condizioni non gravi, mentre la maggior parte dei positivi è asintomatica o paucisintomatica. In ogni caso, la situazione è al momento “sotto controllo”, come riferiscono l’agenzia e fonti sindacali.
A seguito dell’individuazione dei nuovi cluster e l’ispezione eseguita dal Servizio di Sicurezza e Prevenzione negli Ambienti di Lavoro di Ats dalla quale non sono emerse irregolarità nell’applicazione delle norme anti-Covid, secondo quanto riporta SkyTg 24, l’attività produttiva è stata temporaneamente sospesa in quattro dei cinque impianti interessati. Ma lo stop momentaneo alla produzione è stato deciso anche per permettere interventi di sanificazione. “L’Ats sta facendo un lavoro certosino e scrupoloso su tutto il territorio viadanese – spiega Marco Volta, della Flai Cgil -. È importante che vengano fatti i tamponi nelle aziende del settore macellazione perché la lavorazione della carne comporta avere delle temperature molto più basse rispetto ad altre situazioni produttive e probabilmente il virus trova una situazione più fertile”.
Per quanto riguarda il contenimento del contagio, la strategia di Ats “si esplica su più fronti, a cominciare dall’inchiesta epidemiologica: identificazione ed isolamento tempestivo dei soggetti positivi; rintracciamento, isolamento e test con tampone nasofaringeo dei loro contatti stretti. Questa attività – illustrano fonti di Ats – è fondamentale in quanto finalizzata all’identificazione e neutralizzazione di fonti e meccanismi di trasmissione dell’infezione. Poi – viene sottolineato – si mantiene una stretta collaborazione coi medici competenti per i contesti lavorativi e quelli di famiglia. Terzo punto, è l’estensione ‘a tappeto’ dell’esecuzione di test con tampone a tutto il contesto lavorativo, dagli stabilimenti di produzione alle società di servizi e a quello comunitario di riferimento di casi e contatti stretti identificati. Quindi – prosegue ancora Ats – importante è la verifica sul campo da parte nostra della corretta applicazione delle misure di prevenzione e dei protocolli anti Covid-19. Infine, viene coltivato ogni giorno il canale di comunicazione tra Ats e sindaci e forze dell’ordine, a supporto dell’azione di controllo sul territorio in merito al rispetto della prescrizione dell’isolamento domiciliare”.