Come individuare nuovi focolai?
Il primo tema al centro dell’analisi è l’individuazione di nuovi focolai, una regola indispensabile per intervenire tempestivamente e contenere la diffusione dei contagi.
Nel documento si propone l’istituzione di ambulatori dedicati (presso ASST e strutture accreditate) per effettuare la stratificazione del rischio clinico sui nuovi casi accertati, stabilire un percorso diagnostico-terapeutico definito e specificare le corrette modalità di isolamento del paziente, individuando strutture dedicate quando non è attuabile l’isolamento a domicilio.
A tale riguardo suscita rilevanti perplessità l’indicazione regionale di accogliere tali pazienti nelle strutture Subacuti degli ospedali, strutture come è noto dedicate a pazienti dimessi dai reparti per acuti in condizioni non ancora stabili e per completamento di cicli terapeutici.
Come organizzare la Medicina generale nel breve periodo?
Altro quesito su cui si concentra il Documento è l’organizzazione della Medicina generale (tema su cui è in via di elaborazione un piano territoriale da parte di Regione Lombardia).
Secondo l’Ordine è necessario ristabilire l’attività di una struttura di coordinamento gestita da ATS (cabina di regia) con effettiva capacità decisionale, per far fronte a molteplici necessità: garantire già da ora scorte adeguate di Dispositivi di Protezione Individuali e strumenti per l’autogestione del paziente (come i saturimetri), definire standard per la gestione a distanza dei pazienti, promuovere il lavoro in team dei medici di famiglia.
Per l’autunno occorre prevedere anche l’organizzazione di un adeguato Piano di vaccinazioni contro l’influenza stagionale e l’infezione da Pneumococco. Per realizzarlo servirà un Piano straordinario di assunzione di personale (dagli infermieri dedicati agli studi di medicina generale al personale di segretaria) e di reclutamento dei giovani medici del corso di medicina generale.
Come preparare le RSA nel breve periodo?
Le Residenze Sanitarie Assistenziali (Rsa) sono state fra i luoghi più colpiti dall’ondata dei contagi. Un’emergenza che hanno dovuto affrontare scontando difficoltà e carenze, e non riuscendo a proteggere tutti gli ospiti con fragilità: dalla fine di febbraio al 15 maggio è deceduto il 30% degli anziani ricoverati nei 6.800 posti letto delle Rsa dell’ATS di Brescia: il 60% dei decessi è avvenuto a seguito di COVID-19 accertato o clinicamente sospetto.
E’ necessario, secondo l’Ordine, ridefinire l’organizzazione delle strutture, prevedendo una riapertura graduale, secondo protocolli di sicurezza condivisi, rivalutando le modalità di accesso dei nuovi ospiti, nominando in ogni struttura un referente Covid. Va inoltre avviato un Piano economico straordinario per assicurare investimenti sul personale medico e operatori sanitari e sulle necessarie ristrutturazioni ambientali.
Quali modalità organizzative e cliniche per l’Ospedale nel breve periodo?
Anche gli ospedali sono chiamati a un nuovo impegno organizzativo e clinico: approfittando di questa fase di “tregua” dei contagi va predisposto un piano emergenziale, che contempli la gestione dei pazienti con diverse intensità di cura.
Per i malati acuti ad alta intensità è necessario rafforzare la Medicina Infettivi degli Spedali Civili di Brescia quale struttura specialistica provinciale di riferimento, cui indirizzare questa tipologia di pazienti. In tutte le strutture ospedaliere, inoltre, andranno condivisi protocolli diagnostici e terapeutici omogenei e istituite zone “grigie” con elevati standard di sicurezza per la diagnosi dei pazienti sospetti.
Per i casi di media intensità il Documento suggerisce l’individuazione di una o più strutture dedicate, con sede vicina o collocata all’interno degli Spedali Civili, secondo adeguate misure di isolamento strutturale. Per gli acuti a bassa intensità è invece indicata l’assistenza domiciliare, con possibilità di degenza per ragioni funzionali e/o sociali in strutture dedicate (alberghi – cliniche).
Quali proposte per la Pediatria nel breve periodo?
Per l’ambito della pediatria viene sollecitata con forza la vaccinazione antinfluenzale nei bambini, in modo da diminuire la morbilità per influenza con conseguente maggiore possibilità di diagnosi di Covid-19. Fondamentale resta la fornitura da parte di ATS dei dispositivi di protezione individuale, indispensabili per poter visitare i bambini negli studi dei pediatri.
In vista della riapertura delle scuole sarà necessario implementare linee guida, peraltro già predisposte dalla pediatria di famiglia, che impediscano l’invio indiscriminato all’esecuzione del tampone per Covid-19.
Se, come prevedibile, con la ripresa delle lezioni scolastiche aumenteranno i casi di sindromi simil influenzali, i pediatri dovranno scegliere chi inviare al tampone per non sovraccaricare il sistema (con conseguenti ritardi nell’esecuzione e nella refertazione) e per non essere costretti – con le regole attuali di isolamento preventivo dei contatti – a dover chiudere le comunità infantili.