Nel caso in cui ci dovesse essere una seconda ondata del coronavirus, il Pil dell’Italia potrebbe crollare del 14% nel 2020, prima di risalire del 5,3% nel 2021. Se si riuscirà invece a scongiurare il ritorno del Covid, il Pil dovrebbe calare dell’11,3% nel 2020 e risalire del 7,7% nel 2021. Sono le stime sul nostro Paese contenute nelle Prospettive economiche dell’Ocse.
“Oggi ci troviamo in piena crisi mondiale, una crisi sanitaria, economica e sociale. È la crisi più grave che nessuno di noi abbia mai conosciuto”, ha dichiarato il segretario generale dell’Ocse, Miguel Angel Gurria. “Sul fronte economico la riduzione del 6% del Pil mondiale che prevediamo nel 2021 supera ampiamente tutte le riduzioni verificatesi negli ultimi 60 anni dalla creazione dell’Ocse”. Per Gurria, non ci può essere “ripresa economica solida” se la pandemia non viene messa “sotto controllo”.
Come si legge su SkyTg 24, nel caso di una seconda ondata epidemica entro la fine dell’anno, il debito pubblico dell’Italia passerà dal 134,8% del Pil del 2019, al 169,9% del 2020, per poi riscendere al 165,5% nel 2021, sottolinea il rapporto.
Nel caso in cui la seconda ondata non si dovesse invece verificare il debito pubblico passerà dal 134,2% del 2019 al 158,2% del 2020, per poi riscendere al 152,2% del 2021. La crisi legata al coronavirus ha rappresentato “un passo indietro degli sforzi per giungere ad una crescita più forte ed inclusiva. Le misure d’urgenza per far fronte alle ricadute economiche della crisi sono giustificate e si dovrebbero completare e raddoppiare gli sforzi per proseguire un ambizioso programma di riforme strutturali”, scrive l’Ocse nella scheda consacrata all’Italia dell’Economic Outlook. Per l’organismo internazionale con sede a Parigi, inoltre, “continuare ad estendere il sostegno nei settori in cui la domanda potrebbe tornare rapidamente può evitare la disoccupazione e accelerare la ripresa”.