Le Regioni appoggiano l’idea della didattica a distanza per le scuole superiori al fine di contenere i contagi da coronavirus. Tuttavia, auspicano un periodo limitato di 15 giorni per studiare l’evoluzione della pademia.
La risposta al governo è stata data, a quanto si apprende, durante la riunione nella sede della Protezione Civile. “Per evitare che la scuola si chiuda – ha spiegato il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini – magari pensiamo a scaglioni di priorità: elementari e medie in presenza mentre per le superiori, almeno agli ultimi anni ci possiamo pensare”.
Anche il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga avrebbe dato parere favorevole alla valutazione della didattica a distanza per gli studenti delle superiori. La proposta di mettere a punto questa misura per un periodo di due settimane è invece è arrivata dalla Regione Umbria.
E’ previsto invece tra domani e lunedì il varo del nuovo dpcm anti-Covid. Il decreto del presidente del Consiglio questa volta, alla luce degli oltre 10 mila contagi da coronavirus registrati ieri, potrebbe contenere il coprifuoco alle 22, ma anche un’ulteriore stretta sugli sport dilettantistici da contatto e sulle palestre.
Al vaglio anche nuove misure per parrucchieri, cinema e teatri mentre lo smart working potrebbe essere portato fino al 70 per cento nella pubblica amministrazione. Le scuole, invece, dovrebbero restare fuori da queste nuove restrizioni, anche se dal Comitato tecnico scientifico sarebbero arrivate indicazioni per disporre una didattica a distanza modulata e orari scaglionati per gli istituti superiori. In ogni caso, sarebbe fuori discussione un nuovo lockdown.
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