Dalle date scolpite nella storia come quelle delle stragi di Bologna e di Brescia, a pochi metri dal palco del 25 aprile”, a Matteotti, Gramsci, Leopardi. La storia dell’Italia dal 1938 alla liberazione, fino a citare Calvino che “racchiude il senso di questa giornata: da una parte c’era il giusto, dall’altra quello che giusto non è e non lo sarà mai”.

Gianni Cuperlo in poco più di 20 minuti ha intrecciato storia, emozioni, racconti, personaggi, identità.

“Il 25 aprile è la data che più di ogni altra, unisce tutto il Paese nella memoria e nel senso si sé. E lo è per il prezzo pagato da chi quella vittoria ha reso possibile. Erano donne, uomini, ragazze e ragazzi, spesso giovanissimi protagonisti di una lotta senza la quale la Repubblica e la Costituzione non sarebbero mai nate”.

CUPERLO RIPRENDE I MANIFESTANTI PRO PALESTINA

“Io lo dico a chi sta usando un microfono, un megafono: noi stiamo celebrando una giornata che ha ricostruito la democrazia e la libertà per tutti ma il rispetto va portato a quanti e a quante quella libertà l’hanno resa di nuovo possibile”.

“AI GIOVANI VA DETTA LA VERITÀ SUL FASCISMO”

“Io credo vada ricordato soprattutto ai giovani. Gli ca spiegato che non ha fondamento l’idea di un fascismo dal doppio volto: duro ma efficiente nella sua prima stagione e dannato solamente dopo le leggi razziali del 1938 e l’avventura a fianco della bestia nazista. Non è così – ha proseguito Cuperlo – e lo sapete bene. Il fascismo è stato una dittatura odiosa e spietata come lo sono sempre tutte le dittature, fu la soppressione di ogni dissenso. Il fascisto è stato devastazione materiale e lutto, lutto, lo ripeto. In questo paese sono morti 440 mila italiani”.

CUPERLO, “A CHI HA CONTESTATO L’INVITO OGGI A PARLARE DA QUESTO PALCO…”

“Se io sono qui oggi con voi non è per criticare l’azione del Governo che guida oggi il Paese, nulla su ciò ho detto e nulla dirò”. E però con la stessa sincerità voglio chiedere a quanti oggi sono al Governo dell’Italia e una mattina sono saliti sul Colle più alto di Roma e hanno giurato sulla Costituzione di riconoscere sempre la radice antifascista della Repubblica. E guardate, lo facciano…. lo facciano pure con sobrietà ma lo facciano”.

“E l’altra cosa che dobbiamo fare – ha concluso Cuperlo – è impegnarci a vigilare affinché quelle pagine oscure della nostra non abbiano più a riaffacciarsi”

L’ORAZIONE INTEGRALE DI GIANNI CUPERLO SUL PALCO DEL 25 APRILE A BRESCIA