“Oltre 6 ragazzi su 10 fra i 14 e i 19 anni tengono “molto” alla didattica in presenza. Oltre il 54% ne soffre “molto” la mancanza”. Così si sintetizza lo studio effettuato dall’Ordine degli psicologi in merito al delicato tema del ritorno in classe in presenza.
Il 67% dei ragazzi intervistati afferma di non avere problemi con le dotazioni tecnologiche, gli altri, quelli che manifestano difficoltà, lamentano l’assenza o cattiva qualità della connessione. Quasi tutti i giovani intervistati (il 94% del campione fra chi risponde “molto”, 54%, e chi abbastanza, 40%), in definitiva, sentono la mancanza della scuola in presenza, e il 98% a settembre era felice di poter rientrare in aula. Il sentimento prevalente, in questo momento, tra i giovani italiani, è negativo, e si traduce soprattutto in tristezza, malinconia, paura, rabbia e distacco. I sentimenti positivi sono minoritari.
“Probabilmente, il dato più allarmante è che solo il 2% dei giovani italiani, in questo momento, riferisce di provare gioia o allegria – ha dichiarato il presidente dell’ordine David Lazzari – Un malessere psicologico che deriva dall’isolamento e dalla assenza o carenza delle attività educative ma anche ludiche e sportive”.
“Sono dati che devono farci riflettere e guidare il nostro operato. Uno spaccato di come i nostri ragazzi stanno vivendo questo momento – ha dichiarato il merito il ministro Lucia Azzolina cui è stato inviato il report dell’indagine – In questi mesi abbiamo dato alle scuole risorse per promuovere attività di sostegno psicologico per fare fronte a situazioni di insicurezza, stress, ma anche paura e tristezza fra gli studenti e il personale. Porteremo avanti questo tipo di attività, in collaborazione con l’Ordine degli psicologi. Anzi, le rafforzeremo. Non possiamo infatti assolutamente sottovalutare gli aspetti psicologici di questa crisi e che cosa voglia dire, per i nostri giovani, la prolungata mancanza di una socialità sana, come quella che si vive a scuola”.