Prima Sinistra Italiana a Brescia dritta contro il Prefetto, poi, a rincarare la dose, l’interrogazione in Senato del senatore Tino Magni.

Le polemiche sull’adozione del Daspo a Brescia non si placano.
Nei giorni scorsi, senza troppi giri di parole, la segreteria Provinciale di Sinistra Italiana aveva puntato il dito contro la Prefettura, rea, a suo dire, di aver chiesto l’introduzione della misura in città. Sinistra Italiana ha citato il verbale della riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza del 3 novembre 2023.

L’INTERROGAZIONE A PALAZZO MADAMA

La questione è arrivata a Roma, a Palazzo Madama con un’interrogazione al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi del senatore di Alleanza Verdi Sinistra Tino Magni. Un’interrogazione nella quale “viene insidiato il dubbio di un ruolo della Prefettura nel percorso che ha portato al Daspo”.

Magni chiede al Ministro se ci sia un fondamento di verità nelle affermazioni “secondo le quali l’approvazione delle modifiche al Regolamento di polizia urbana e nello specifico l’introduzione del DASPO urbano sia stata caldeggiata dalla Prefettura”. Il Senatore, qualora ciò fosse vero, definisce il fatto come “una inopportuna ingerenza nella vita politica e amministrativa della città di Brescia”.

LA PREFETTURA, “NON ABBIAMO POTERI, COMPETENZE E INTERESSE A CHIEDERE IL DASPO”

A stretto giro è arrivata la versione della Prefettura che ha nettamente respinto questa versione: “Né la Prefettura né il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica – hanno fatto sapere – hanno poteri, competenze e, in particolar modo, motivi di interesse a che si adottasse il nuovo Regolamento così come strutturato”.