La mancata qualificazione ai playoff brucia, ma in bacheca c’è una Coppa Italia. Si è conclusa la stagione della Pallacanestro Brescie e come sempre è il tempo dei bilanci e delle prospettive. A prendere parole in queste ore è stato il direttore generale della squadra Marco De Benedetto che non ha mancato di sottolineare i meriti di una stagione non facile ma capace di portare in città il primo trofeo.
“Non sono venuto né per scusarmi né per autocelebrarmi, ma credo che sia giusto sottolineare la bontà del progetto costruito a partire dall’inizio dello scorso anno, proseguito in questa importante stagione e impreziosito da un trofeo che per la città di Brescia rimarrà epocale – ha detto il Dg – Da marzo in poi, di partite facili non ne abbiamo mai avute: siamo stati per lo più performanti, abbiamo dato soddisfazioni, abbiamo giocato il primo turno di playoff contro Ankara”.
Come detto anche da coach Magro dopo la sconfitta di Scafati, ora però brucia la mancata post season. “Avremmo voluto raggiungere i playoff, che consideriamo un traguardo certamente fallito, ma la Coppa Italia rimarrà un obiettivo epocale in una città come Brescia – aggiunge De Benedetto, togliendosi anche qualche sassolino dalla scarpa – I giocatori, che sono stati insultati tante volte nel corso della stagione, sanno di aver portato un trofeo alla città di Brescia attraverso il loro duro lavoro”.
Poi lo sguardo non può che andare al futuro, perché chiusa la stagione, inizia subito quella successiva. Il progetto germani targato Magro/De Benedetto era stato pensato su un triennio. Oggi si è concluso il secondo anno e ci si chiede se giungera o meno alla naturale conclusione.
“Io e Alessandro Magro ci siederemo al tavolo con a società e la proprietà ci dirà che cosa le è piaciuto e che cosa no – spiega il dirigente – Siamo professionisti e siamo abituati a essere valutati sulla bontà del nostro lavoro. L’idea che avevamo è sempre stata quella di portare a termine il progetto triennale, nei prossimi giorni capiremo se sarà così e conosceremo eventualmente le modalità attraverso le quali andrà avanti”.
L’ultimo giudizio riguarda la possibile partecipazione a una competizione europea: “Più importante che fare la coppa in sé e andare in cerca di risultati che a volte non dipendono solamente da noi stessi, vorrei avere la sicurezza di capire quali strumenti avere a disposizione e condividere nel modo più completo gli obiettivi da raggiungere al termine della stagione – conclude – Io ritengo che la partecipazione a una competizione europea sia un traguardo sensato ma disputare una coppa europea diventa salutare al progetto se c’è condivisione di intenti, la consapevolezza di che cosa comporta e un reale interesse”.