ÈliveBrescia TV

“Decisione miope, ingiustificata”. Le reazioni alla chiusura di Bankitalia

foto Google Maps

All’ufficialità della chiusura della filiale bresciana della Banca d’Italia sono subito seguite le inevitabili reazioni di quella politica che, nelle scorse settimana, si era mobilitata per scongiurare la serrata. I primi sono stati il presidente della Provincia Emanuele Moraschini e la sindaca del capoluogo Laura Castelletti.

“Apprendo con sommo dispiacere la decisione di chiudere la filiale bresciana della Banca d’Italia, che si traduce in un danno per la nostra comunità e per le Province di Cremona e Mantova – ha scritto in una nota Moraschini – Ritengo la decisione di Palazzo Koch ingiustificata e non rappresentativa di un territorio così vivo e attivo dal punto di vista imprenditoriale ed economico”.

“Una decisione miope, incomprensibile e sbagliata – ha attaccato Castelletti – Sono molto amareggiata, mi aspettavo che il governatore Fabio Panetta non sottovalutasse il fatto che la nostra città e la nostra provincia sono da sempre simbolo di produttività ed efficienza. La sua decisione non rappresenta minimamente un territorio così vivo e attivo dal punto di vista imprenditoriale ed economico, che ora più che mai deve continuare a fare sistema”.

La nota di Moraschini

“Apprendo con sommo dispiacere la decisione di chiudere la filiale bresciana della Banca d’Italia, che si traduce in un danno per la nostra comunità e per le Province di Cremona e Mantova. La nostra città e la nostra provincia, come avevo già avuto modo di sottolineare anche con il sindaco Castelletti, sono da sempre simbolo di produttività ed efficienza. Nel nostro territorio trovano posto migliaia di imprese, senza dimenticare che il Bresciano conta oltre 1,2 milioni di abitanti. La chiusura della sede della Banca d’Italia in una città capoluogo di provincia con uno dei Pil più alti della nazione è una scelta illogica, che certo non accolgo con favore, come ho già avuto modo di esprime in questi mesi ai vertici della banca centrale del nostro Paese. I bresciani che avranno bisogno dei servizi di Bankitalia dovranno ora recarsi a Bergamo o a Milano, quando, fra le province di Brescia, Cremona e Mantova, la sede di Corso Martiri della Libertà avrebbe continuato a coprire un bacino di oltre due milioni di persone, numeri sufficienti per mantenerla attiva. Senza tenere, poi, conto dei dati relativi alla presenza bancaria e alle movimentazioni di capitali nel bresciano e nelle province che fanno riferimento alla sede di Banca d’Italia della nostra città, che riportano importanti volumi di affari, dei quali, evidentemente, non si è tenuto conto.

La provincia di Brescia, con una popolazione ampia e un’economia tra le più dinamiche d’Italia, meritava di mantenere un presidio così importante per la gestione finanziaria e il controllo bancario. Questa chiusura non solo segna un distacco simbolico dalla nostra comunità, ma avrà anche ricadute concrete sul tessuto economico e sociale locale. La filiale di Brescia aveva un ruolo cruciale: garantire la vigilanza sulle banche locali, gestire e controllare la circolazione di moneta in Lombardia e fornire un punto di riferimento per i territori di Cremona e Mantova. La sua presenza è stata un baluardo di stabilità finanziaria per il nostro sistema economico, soprattutto in un contesto in cui il numero di sportelli bancari continua a ridursi. Nel 2023, la nostra provincia ha già subito un calo significativo degli sportelli, con 19 chiusure rispetto all’anno precedente, e la perdita della sede di Bankitalia non fa che aggravare questa situazione, sottraendo servizi essenziali e posti di lavoro.

Brescia non è solo una grande provincia in termini di estensione geografica, ma anche un territorio strategico per l’economia nazionale. Ritengo la decisione di Palazzo Koch ingiustificata e non rappresentativa di un territorio così vivo e attivo dal punto di vista imprenditoriale ed economico. La nostra comunità perde oggi un’istituzione fondamentale, nonostante gli sforzi delle forze politiche di governo, i rappresentati delle istituzioni e le forme associative del nostro territorio, che si erano unite al nostro appello per evitare che questa scelta venisse confermata”.

La nota di Castelletti

“Una decisione miope, incomprensibile e sbagliata”. Così la sindaca Laura Castelletti commenta la notizia della chiusura definitiva della filiale bresciana della Banca d’Italia.

“Contro questa scelta si sono espressi compattamente il mondo politico, economico e sindacale bresciano, c’è stato anche un Ordine del Giorno bipartisan in Consiglio comunale, perché è un danno evidente per il territorio. Io stessa”, continua la sindaca, “sono andata a Roma con il presidente della Provincia Emanuele Moraschini e i parlamentari Fabrizio Benzoni, Cristina Almici e Simona Bordonali per spiegare ai vertici di Palazzo Koch le ragioni per cui ritenevamo fondamentale che il distaccamento bresciano restasse operativo. Purtroppo non siamo stati ascoltati, un segno di grande disattenzione e poca lungimiranza. Nel Bresciano ci sono migliaia di imprese e circa 1,2 milioni di abitanti. La chiusura di Bankitalia in un capoluogo di provincia con uno dei Pil più alti del Paese è illogica, anche perché, con le province di Cremona e Mantova, la sede di Corso Martiri copre un bacino di oltre due milioni di persone, che ora dovranno recarsi a Bergamo o Milano, con enormi disagi. Sono molto amareggiata”, conclude Castelletti, “mi aspettavo che il governatore Fabio Panetta non sottovalutasse il fatto che la nostra città e la nostra provincia sono da sempre simbolo di produttività ed efficienza. La sua decisione non rappresenta minimamente un territorio così vivo e attivo dal punto di vista imprenditoriale ed economico, che ora più che mai deve continuare a fare sistema”.

Exit mobile version