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Decreto Fisco, via libera dal Governo. Misure per la sicurezza sul lavoro

“Non si risparmia sulla vita dei lavoratori”.
Con queste parole il Presidente del Consiglio, Mario Draghi ha commentato le misure adottate dal Governo in materia di sicurezza sul lavoro inserite nel Decreto Fisco approvato ieri dal Consiglio dei Ministri

“Voglio esprimere la soddisfazione del governo e mia per i provvedimenti approvati oggi in tema di sicurezza sul lavoro -ha aggiunto il Premier attraverso una nota.

Nei mesi scorsi – ha aggiunto il premier – abbiamo assistito a un numero inaccettabile di morti sul lavoro. Come governo, ci siamo impegnati a fare tutto il possibile per impedire che questi episodi possano accadere di nuovo.

Le norme di oggi sono la realizzazione di questa promessa. Incrementiamo gli organici degli ispettorati del lavoro, inaspriamo le sanzioni per le imprese che non rispettano le regole, diamo nuovo impulso al processo di informatizzazione per migliorare i controlli. Vogliamo dare un segnale inequivocabile: non si risparmia sulla vita dei lavoratori. Voglio ringraziare il ministro Orlando per l’ottimo lavoro su queste norme; le Regioni e il presidente della Conferenza Fedriga per il confronto costante e costruttivo; e i sindacati che hanno contribuito in modo fondamentale – ha concluso Draghi – all’individuazione di soluzioni immediate, attuabili, efficaci”.

Sicurezza sul lavoro

Il decreto – si legge nel comunicato stampa di palazzo Chigi – interviene con una serie di misure sul mondo del lavoro, a cominciare dalla sicurezza sui luoghi di lavoro: le norme approvate consentiranno infatti di intervenire con maggiore efficacia sulle imprese che non rispettano le misure di prevenzione o che utilizzano lavoratori in nero. L’obiettivo è quello di incentivare e semplificare l’attività di vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro e di un maggiore coordinamento dei soggetti competenti a presidiare il rispetto delle disposizioni per assicurare la prevenzione. Pertanto il provvedimento interviene, in primo luogo, con modifiche al Decreto legislativo 81/2008 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

Sul lavoro nero si abbassa la soglia per la sospensione dell’attività imprenditoriale. Cambiano anche le condizioni necessarie per l’adozione del provvedimento cautelare della sospensione dell’attività imprenditoriale interessata dalle violazioni: 10 per cento e non più 20 per cento del personale “in nero” presente sul luogo di lavoro.

Non è più richiesta alcuna “recidiva” ai fini della adozione del provvedimento che scatterà subito a fronte di gravi violazioni prevenzionistiche.

La nuova disciplina del provvedimento cautelare prevede altresì l’impossibilità, per l’impresa destinataria del provvedimento, di contrattare con la pubblica amministrazione per tutto il periodo di sospensione. Nel caso in cui vengano accertate gravi violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza del lavoro, è prevista – come detto – la sospensione dell’attività, anche senza la necessità di una reiterazione degli illeciti. Per poter riprendere l’attività produttiva è necessario non soltanto il ripristino delle regolari condizioni di lavoro, ma anche il pagamento di una somma aggiuntiva di importo variabile a seconda delle fattispecie di violazione.

L’importo è raddoppiato se, nei cinque anni precedenti, la stessa impresa ha già avuto un provvedimento di sospensione. Sono estese le competenze di coordinamento all’Inl – Ispettorato Nazionale del Lavoro – negli ambiti della salute e sicurezza del lavoro. All’estensione delle competenze attribuite all’Inl si accompagneranno un aumento dell’organico – è prevista l’assunzione di 1.024 unità – e un investimento in tecnologie di oltre 3,7 milioni di euro nel biennio 2022/2023 per dotare il nuovo personale ispettivo della strumentazione informatica necessaria a svolgere l’attività di vigilanza.

Cartelle esattoriali

Dal decreto si apprende, inoltre, che è stato esteso di 150 giorni il termine di pagamento per le cartelle esattoriali notificate nel periodo dal 1° settembre 2021 al 31 dicembre 2021.

Cassa integrazione in deroga al 31 dicembre

“I datori di lavoro che sospendono o riducono l’attività lavorativa per eventi riconducibili all’emergenza epidemiologica da Covid-19 possono presentare domanda di assegno ordinario e di cassa integrazione salariale in deroga per una durata massima di tredici settimane nel periodo tra il 1° ottobre e il 31 dicembre 2021”  si legge nel decreto. “I trattamenti sono concessi nel limite massimo di spesa pari a 657,9 milioni di euro per l’anno 2021, ripartito in 304,3 milioni di euro per i trattamenti di assegno ordinario e in 353,6 milioni di euro per i trattamenti di cassa integrazione in deroga”. Inoltre “i datori di lavoro che sospendono o riducono l’attività lavorativa per eventi riconducibili all’emergenza epidemiologica da Covid-19 possono presentare domanda di trattamento ordinario di integrazione salariale per una durata massima di nove settimane nel periodo tra il 1° ottobre e il 31 dicembre 2021. I trattamenti sono concessi nel limite massimo di spesa pari a 140,5 milioni di euro per l’anno 2021”.

Cassa integrazione Alitalia

Con il nuovo decreto anche il fondo volo dovrebbe essere rimpinguato per coprire fino a ottobre 2022 la cassa integrazione per Alitalia. Una proroga è in arrivo poi per i congedi al 50 per cento per i genitori che non possono lavorare in smart working e hanno figli under 14 in dad. E congedi ci dovrebbero essere, ma non retribuiti, anche per chi ha figli tra i 14 e i 16 anni, sulla falsariga delle norme introdotte con l’emergenza e scadute a giugno. Una nuova iniezione di risorse dovrebbe arrivare anche per il Reddito di cittadinanza di qui al 31 dicembre, in attesa che si valuti poi con la manovra se intervenire anche con ritocchi al beneficio.

Contribuenti in difficoltà

In considerazione degli effetti economici derivanti dall’emergenza Covid-19 – si legge nel comunicato stampa di palazzo Chigi – sono adottate alcune norme volte a tutelare i contribuenti maggiormente in difficoltà.

In particolare: è previsto il differimento del versamento delle rate delle definizioni agevolate dei carichi affidati alla riscossione (cosiddetti “rottamazione-ter” e “saldo e stralcio”) originariamente in scadenza a decorrere dal 2020. In particolare, potranno essere versate entro il 30 novembre 2021 le rate in scadenza nel 2020 e in scadenza dal 28 febbraio al 31 luglio 2021; viene prolungato a 150 giorni dalla notifica, in luogo di 60, il termine per l’adempimento spontaneo delle cartelle di pagamento notificate dal primo settembre al 31 dicembre 2021.

Fino allo scadere del termine dei 150 giorni non saranno dovuti interessi di mora e l’agente della riscossione non potrà agire per il recupero del debito; per i piani di rateizzazione già in essere prima dell’inizio del periodo di sospensione della riscossione, viene esteso da 10 a 18 il numero delle rate che, se non pagate, determinano la decadenza dalla rateizzazione concessa. Sono previsti alcuni correttivi alla disciplina al credito di imposta in Ricerca e Sviluppo al fine di superare alcune incertezze interpretative connesse all’originaria formulazione della misura. Inoltre sono previste semplificazioni della disciplina della patent box.

Ecobonus

E’ stato rifinanziato per il 2021 con 100 milioni di euro il Fondo ecobonus per l’acquisto di veicoli a basse emissioni. La misura è stata inserita, su proposta del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, nel decreto.

In particolare – riferisce una nota del ministero dello Sviluppo economico (Mise) – le nuove risorse vengono ripartite destinando 65 milioni di euro per incentivare l’acquisto di veicoli M1 compresi nella fascia di emissione 0-60 g/km CO2, 20 milioni per l’acquisto di veicoli commerciali di categoria N1 o M1 speciali, di cui euro 15 milioni riservati ai veicoli esclusivamente elettrici. Per i veicoli M1 compresi nella fascia 61-135 g/km CO2 sono invece stanziati 10 milioni di euro. Infine 5 milioni di euro sono destinati all’acquisto di veicoli di categoria M1 usati con emissioni comprese tra 0-160 g/km CO2.

Rfi

Rete ferroviaria italiana (Rfi – gruppo Ferrovie dello Stato italiane) ha a disposizione 1,3 miliardi di euro in più per il 2021 per accelerare la realizzazione delle opere infrastrutturali. La disposizione è contenuta nel decreto legge. Le risorse, che dovranno essere utilizzate entro l’anno – si legge in una nota del ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili (Mims) – serviranno per erogare alle imprese appaltatrici anticipazioni fino al 30 per cento del valore delle opere, per velocizzare gli interventi sulla rete ferroviaria.

I progetti che saranno interessati dall’aumento della spesa per anticipazioni nel 2021 rientrano nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. Figurano, tra gli altri, gli appalti ferroviari per la realizzazione delle tratte ad alta velocità Napoli-Bari e Palermo-Catania, dell’elettrificazione dille linee nel Sud, del Nodo di Genova e Terzo Valico dei Giovi, dell’Alta velocità/alta capacità sulla linea Brescia-Verona-Padova, delle tratte di accesso al tunnel del Brennero e degli interventi tecnologici per l’implementazione del sistema europeo ferroviario Ertms destinato ad aumentare la sicurezza, la velocità e la capacità delle infrastrutture. Ad esclusione di quest’ultimo, gli altri interventi sono anche commissariati. Con lo stesso decreto legge viene incrementata di 20 milioni di euro per il 2021 l’autorizzazione di spesa per il potenziamento della componente aeronavale del Corpo delle capitanerie di porto, consentendo così di anticipare gli interventi previsti. Le risorse in più erogate per l’anno in corso verranno recuperate nel biennio successivo.

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