Taglio del cuneo fiscale fino al 7% ma solo fino a fine anno, estensione dei contratti a termine, dei voucher e stop al reddito di cittadinanza che cambia pelle e diventa (o meglio ritorna a chiamarsi) l’assegno di inclusione.
Sono i capisaldi del Decreto Lavoro varato oggi dal Governo.
“Abbiamo voluto riorganizzare le causali di rinnovo e di proroga dei contratti a termine affidandoci alla contrattazione collettiva, ha dichiarato la ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone ai microfoni di Rainews. Mi stupisce che i sindacati possano essere preoccupati di questo” -ha aggiunto Calderone-, l’intervento è di valorizzazione e di spinta ai rinnovi di contratto”.
“Investiamo sui lavoratori e le famiglie -le ha fatto eco il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti- . Abbassiamo le tasse fino a 7 punti per i redditi più bassi: è un aiuto reale contro il carovita e la risposta concreta alle chiacchiere -ha aggiunto Giorgetti-. Entrano in vigore anche ulteriori benefici per i lavoratori che hanno figli. Continuiamo sulla strada responsabile della crescita concentrandoci sulle emergenze sociali”. Giorgetti si riferisce al taglio di ulteriori 4 punti del cuneo fiscale e contributivo e fringe benefit esentasse fino a 3 mila euro per i dipendenti con figli.
IL REDDITO DI CITTADINANZA DIVENTA “ASSEGNO DI INCLUSIONE”
“È istituito, a decorrere dal primo gennaio 2024, l’Assegno di inclusione, quale misura nazionale di contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione sociale delle fasce deboli attraverso percorsi di inserimento sociale, nonché di formazione, di lavoro e di politica attiva del lavoro”, si legge nell’articolo I della bozza del decreto Lavoro.
Per la nuova misura viene autorizzata la spesa complessiva di 5.472,7 milioni di euro per l’anno 2024, 5.695,0 milioni di euro per l’anno 2025, 5.623,6 milioni di euro per l’anno 2026, 5.733,6 milioni di euro per l’anno 2027, 5.844,7 milioni di euro per l’anno 2028, 5.958,0 milioni di euro per l’anno 2029, 6.073,6 milioni di euro per l’anno 2030, 6.191,4 milioni di euro per l’anno 2031, 6.311,6 milioni di euro per l’anno 2032, 6.434,1 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2033.
L’Assegno di inclusione – si legge nella bozza – è riconosciuto, a richiesta di uno dei componenti del nucleo familiare, a garanzia delle necessità di inclusione dei componenti di nuclei familiari con disabilità, minorenni o con almeno sessant’anni di età. Fra i requisiti richiesti un Isee non superiore a euro 9.360; nel caso di nuclei familiari con minorenni; un valore del reddito familiare inferiore ad una soglia di euro 6.000 annui. Se il nucleo familiare è composto da persone tutte di età pari o superiore a 67 anni ovvero da persone di età pari o superiore a 67 anni e da altri familiari tutti in condizioni di disabilità grave o di non autosufficienza, la soglia di reddito familiare è fissata in euro 7.560 annui, moltiplicata secondo la medesima scala di equivalenza. Il predetto requisito anagrafico di 67 anni è adeguato agli incrementi della speranza di vita.
“Ai fini della prosecuzione della prestazione del reddito di cittadinanza è autorizzata la spesa di 384 milioni di euro per l’anno 2023” si legge ancora.
TAGLIO DEL CUNEO FISCALE
Può arrivare fino al 7 per cento il taglio dei contributi previdenziali. Nella bozza delle decreto Lavoro si legge infatti che “per i periodi di paga dal primo luglio 2023 al 30 novembre 2023, senza ulteriori effetti sul rateo di tredicesima, la misura dell’esonero stabilita dal primo periodo in due punti percentuali è elevata a sei punti percentuali, fermi restando l’ulteriore incremento di un punto percentuale dell’esonero disciplinato dal medesimo primo periodo e quanto previsto dal secondo periodo del presente comma”.
FONDO PER ATTIVITA’ EDUCATIVE
Al fine di sostenere le famiglie e facilitare la conciliazione fra vita privata e lavoro, secondo quanto previsto dalla bozza “è istituito, nello stato di previsione della spesa del ministero dell’economia e delle finanze, per il successivo trasferimento al bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per le politiche della famiglia, un Fondo con una dotazione pari a 60 milioni di euro per l’anno 2023, per le attività socio-educative a favore dei minori, destinato al finanziamento di iniziative dei Comuni, da attuare anche in collaborazione con enti pubblici e privati, finalizzate al potenziamento dei centri estivi, dei servizi socioeducativi territoriali e dei centri con funzione educativa e ricreativa che svolgono attività a favore dei minori”.
FRINGE BENEFIT
Sale a 3 mila euro il tetto dei fringe benefit per i lavoratori dipendenti con figli a carico. Nell’articolo 35 del testo si legge infatti che “Limitatamente al periodo d’imposta 2023, in deroga a quanto previsto, non concorrono a formare il reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti con figli a carico nonché le somme erogate o rimborsate ai medesimi dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale entro il limite complessivo di 3 mila euro”.