Tutto è partito da un’interrogazione da parte dei consiglieri comunali leghisti ed è poi deflagrato con le reazioni del sindaco Del Bono. Una caso che si è montato in poche ore quello sulle spese per la mostra “La Cina non è vicina” dell’artista dissidente Badiucao.
Dopo le considerazioni del Primo Cittadino che ha definito l’interrogazione “imbarazzante o inquitente”, non si è fatta attendere la risposta della Lega che ha cconvocato i giornalisti di fronte all’ingresso del castello.
“L’interrogazione è una semplicissima domanda, non ci aspettavamo che avrebbe scatenato tutta questa rabbia o tutto questo scalpore – le prime parole del consigliere Melania Gastaldi – Semplicemente chiediamo perché questa mostra prevede dei costi di promozione superiori addirittura a quelli di allestimento”.
“Direi che è inquitante la sua reazione – prosegue la Gastaldi facendo eco alle parole di Del Bono – (Il Sindaco, ndr.) deve stare assolutamente tranquillo perché non c’è nessuna dietrologia politica. Anzi magari una reazione del genere me l’aspetterei da un complottista ma non voglio arrivare a pensare tanto”.
Presente anche l’assessore regionale leghista Fabio Rolfi che sulla questione politica della vicenda ha aggiunto: “Dico semplicemente al Sindaco che i portabandiera della Cina in Italia sono i Cinque Stelle che sono i suoi alleati. Quando spendi più in promozione che in allestimenti significa che cerchi di raccontare al meglio qualcosa che dal punto di vista culturale è poca roba”.
Dicevamo giornalisti convocati in castello. Il motivo? Perché la Lega vuole porre l’accento su una sorta di situazione a loro dire di abbandono o quantomeno di mancanza di progettualità in vista del 2023.
“Sono passati otto anni dall’insediamento di Del Bono – prosegue Rolfi – La Palazzina Haynau è ancora abbandonata, i musei latitano in termini di presenze, non avremo l’ascensore per il 2023, gli interventi più complessivi al castello promessi non ci sono stati. Meno polemiche futili e lavoriamo realmente affinché il 2023 non sia un appuntamento che metta in luce soltanto Bergamo, ma anche Brescia”.