Il delitto di Desirée Piovanelli, avvenuto nel settembre 2002, continua a tenere banco ancora oggi. Soprattutto dopo la richiesta di riapertura del caso chiesta a gran voce dal padre della ragazza, Maurizio Piovanelli, e da Giovanni Erra che in carcere sta scontando la condanna a 30 anni.
Ad alimentare le richieste dei due, ora ci sarebbe una traccia di dna appartenete ad un maschio, fino ad ora rimasto ignoto. Una traccia biologica mai analizzata, che potrebbe rivelarsi decisiva per il caso. Secondo il padre della ragazza, dietro l’omicidio ci sarebbe un giro di pedofilia e il mandante sarebbe ancora libero. Ieri mattina, il procuratore reggente Carlo Nocerino, il sostituto Barbara Benzi e il dirigente della Squadra Mobile della Questura si sono riuniti per fare il punto della situazione.
Gli inquirenti hanno dato mandato alla Squadra Mobile di recarsi all’ufficio corpi di reato, dove si trovano i vestiti che Desirée indossava il giorno del delitto. Non è ancora certo che la traccia esista, ma la Procura vuole vederci chiaro e capire perché il dna trovato sul gomito destro degli indumenti di Desirée non sia mai stato analizzato finora.