Via il Commissario, la parola torni ai territori. È quanto chiedono, in una nota, Cristina Almici, Giorgio Bontempi e Gianpaolo Natali, rispettivamente deputata, consigliere regionale e consigliere provinciale di Fratelli d’Italia.
“Premettendo che tutti noi siamo favorevoli alla realizzazione del depuratore del Garda, opera assolutamente necessaria, – scrivono nella nota gli esponenti di FdI- non possiamo che esprimere stupore per le dichiarazioni che hanno fatto seguito alle dimissioni del presidente Delbarba e la non deliberazione di Acque bresciane circa la localizzazione del nuovo depuratore”.
“Dapprima si è giustificata l’urgenza dell’intervento con la “bomba ecologica” legata alla condizione delle condotte sublacuali, – scrivono gli esponenti di FdI- salvo il fatto che poi è emerso che le stesse sono in sicurezza, come dimostrato dagli interventi commissionati dalla stessa Acque bresciane. In seguito si è parlato di urgenza per “la salvaguardia delle acque del Lago di Garda”, come se la depurazione del Garda fosse quella diretta a trattare le acque dolci del lago e non, come invece è, quella delle acque fognarie dei comuni rivieraschi del Garda”.
“Infine -prosegue la nota- si sostiene che il depuratore di Peschiera non è la ‘pattumiera del Garda’ dimenticandosi che tale impianto è per il 50% di proprietà dei veronesi e per il 50% dei bresciani e si confonde, inoltre, uno studio di fattibilità con un progetto vero e proprio”.
“Se è certo che la depurazione delle acque fognarie dei comuni rivieraschi del Garda serve, – scrivono Almici, Bontempi e Natali – è altrettanto sicuro che nell’iter sono stati omessi dei passaggi obbligatori. La nomina del Commissario straordinario è stata una forzatura ingiustificata e la decisione deve ritornare ai territori ed alla Provincia come ente preposto a decidere in merito”.
“Altrettanto certo – prosegue la nota- è il costo di tali opere, dall’ultimo studio quantificato in 220 milioni di euro. Ben 160 milioni di euro saranno a totale carico dei cittadini bresciani, visto che il contributo statale, ad oggi, è di 60 milioni di euro. Precisiamo che il costo dell’opera deve essere ancora aggiornato a seguito dell’incremento dei prezzi ed aumenterà almeno del 30% … Lasciamo a tutti trarre direttamente le conclusioni su quale sarà il prezzo pagato dai bresciani…”
Almici, Bontempi e Natali, puntano il focus sullo stato di salute del Chiese “per il quale la Regione Lombardia ha stanziato 120.000 di euro.
Per tutti questi motivi – conclude la nota- e per evitare un ingiustificato spreco di risorse pubbliche, stante l’assenza della ‘bomba ecologica’, pensiamo sia giunto il momento di una riflessione adeguata ed approfondita per avviare poi il nuovo progetto”.