Detenuti al lavoro in Procura: via al progetto di recupero sociale
Varcare la porta di sicurezza del Tribunale di Brescia non in veste di imputato ma di lavoratore ora si può. Lo sanno bene quei detenuti inseriti nel programma sperimentale di reintegro in società ammessi alle cattedre della Procura di Brescia con il compito di rilegare i faldoni delle inchieste. Chissà, forse anche quello che li riguarda personalmente. Un progetto già sperimentato a Milano e trasportato a Brescia grazie alla cooperativa Cremona Labor. I detenuti saranno stipendiati. Una novità che ha generato non poche perplessità negli ambienti della giustizia bresciana. Non per il percorso di riabilitazione dei detenuti, previsto dall’ordinamento penitenziario, ma per il luogo in cui presteranno servizio attraverso la cooperativa e per i documenti che potranno avere modo, se non di leggere approfonditamente, quantomeno di vedere. I detenuti saranno seguiti da un tutor, lavoreranno alla presenza di telecamere ed eventuali anomalie potranno essere verificate immediatamente ha fatto sapere il presidente della corte d’appello di Brescia Claudio Castelli fautore e promotore del progetto. Ai detenuti spetterò il compito di togliere i punti metallici dalle pagine, inserire il plico di documenti nello scanner e poi nominare il caso. Un primo passo verso un ritorno alla normalità
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