La nave portacontainer Ever Given che ha bloccato il Canale di Suez per circa una settimana è stata disincagliata questa mattina ed è attualmente in fase di messa in sicurezza. La Inchcape Marine Services ha dichiarato in un tweet che le operazioni di galleggiamento della nave sono riuscite alle 4:30 ora locale e che l’enorme portacontainer, tra le più grandi al mondo, attualmente è in fase di messa in sicurezza.
La posizione della nave sul servizio di localizzazione Vessel Finder è effettivamente cambiata in risposta alle manovre di traino. Per la prima volta da martedì scorso, 23 marzo, il sito web ha mostrato che la nave era in posizione verticale nel corso della navigazione, il che prevede il successo delle manovre di traino.
La Ever Given, con una lunghezza di 400 metri, una larghezza di 59 metri e una stazza lorda di 224.000 tonnellate, è una delle navi portacontainer più grandi del mondo che il 23 marzo ha urtato contro l’argine roccioso del Canale nei pressi della località di Ma’diyah a circa 8 chilometri a nord dell’imbocco meridionale della via d’acqua di Port Tawfik. Il Canale di Suez collega il Mediterraneo al Mar Rosso e fornisce il collegamento marittimo più breve tra l’Asia e l’Europa. La nave è stata costruita in Giappone nel 2018.
In questi anni le compagnie di navigazione si sono rivolte a navi di grandi dimensioni per migliorare le economie di scala, mentre alcune rotte chiave – tra cui il Canale di Suez – sono state ampliate e approfondite nel corso degli anni per accogliere sia super petroliere che portacontainer con stazza lorda superiore alle 200.000 tonnellate. In anni recenti il Canale di Suez è stato più volte teatro di incagli di imbarcazioni che hanno interrotto la navigazione. Nell’ottobre 2017, i rimorchiatori sono riusciti a sbloccare la OOCL Japan dopo poche ore. In uno dei ritardi più gravi, il Canale è stato chiuso per tre giorni nel 2004 dopo che una petroliera, Tropic Brilliance, si era arenata.
Secondo quanto riferisce una nota di Coldiretti, il blocco del Canale di Suez mette a rischio le esportazioni made in Italy in Asia, dove si è registrato un aumento record del 29,2 per cento in Cina nel 2021. Dal Canale di Suez transitano infatti ogni anno circa il 40 per cento di tutto l’import-export marittimo italiano. Una situazione delicata che arriva proprio in un momento di ripresa delle spedizioni made in Italy verso il gigante asiatico in tutti i settori più significativi, dall’abbigliamento (+95,7 per cento) all’alimentare (+19,4 per cento), dalle automobili (+124,9 per cento) ai mobili (+4 per cento).
A rischio per l’alimentare è il commercio verso l’Asia di tutti i principali prodotti nazionali confezionati, dal vino all’olio extravergine, trasportati via nave. Il vino con un valore di quasi 100 milioni è tra le principali voci dell’export agroalimentare made in italy in Cina, che nel 2020 ha raggiunto il record storico di 548 milioni di euro. Ma ad essere sconvolto è l’intero mercato mondiale delle materie prime agricole già in tensione per effetto della pandemia con i prezzi che hanno raggiunto a livello mondiale il massimo da quasi sette anni trainati dalle quotazioni in aumento per zucchero, oli vegetali, cereali, latte e carne, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Fao a febbraio 2021.