Resta ancora avvolta dal mistero la morte di Massimiliano Tosoni, l’ex assicuratore di Montichiari trovato cadavere nella sua cella l’11 settembre scorso nel carcere Ippo a Fortaleza. Le autorità giudiziarie brasiliane vogliono vederci chiaro in questa vicenda avendo così avviato nuovi accertamenti e uno specifico esame tossicologico per escludere che la vittima sia stata avvelenata. In attesa dell’esito dei test, la salma resta a disposizione della magistratura nell’Istituto di medicina legale di Fortaleza.
Del caso si sta occupando anche l’interpol italiana e, a quanto pare, anche la procura di Roma – competente per i reati ai danni di italiani commessi all’estero – la quale avrebbe aperto un ”modello 45”: un fascicolo cioè senza indagati e ipotesi di reato, teso solo a raccogliere informazioni. Nella vicenda ci sono ancora molti punti oscuri. Tra la scoperta del cadavere e la comunicazione ufficiale della morte all’avvocato e ai familiari, sono trascorse oltre 24 ore. Un lasso di tempo in cui è stata disposta ed eseguita l’autopsia. Le autorità si sono mosse tra l’altro solo dopo che la compagna brasiliana di Massimiliano Tosoni era venuta a conoscenza della disgrazia in modo del tutto casuale da persone che gravitano attorno al carcere.
A chiedere verità e giustizia per Massimiliano Tosini c’è la mamma, volata subito in Brasile. Secondo le ricostruzioni undici minuti prima di morire Massimiliano Tosoni aveva “chattato” con la compagna Alice, al settimo mese di gravidanza. Il 35enne era in buona salute, come certificato dalle visite mediche periodiche svolte in carcere. Massimiliano Tosoni era in carcere con l’accusa di essere il mandante di un duplice omicidio. Dalla sua cella di Fortaleza aveva sempre gridato la sua innocenza.