Inizia alle 10 la messa esequiale sul sagrato della Basilica di San Pietro.

Papa Francesco viene salutato come pastore e discepolo di Cristo. Con questo rito funebre si esprime la fede della Chiesa in Cristo risorto.
A presiedere la cerimonia, in lingua latina e secondo quanto previsto nell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis nella nuova edizione del 2024 con le semplificazioni volute da Papa Bergoglio, è il decano del Collegio cardinalizio, il cardinale Giovanni Battista Re.

I concelebranti sono 980, fra cardinali, vescovi e sacerdoti, ci sono poi 200 ministri della comunione e oltre 4 mila presbiteri nella parte destra del sagrato, dove si trova la statua di San Pietro.
Sono stati predisposti 225 pissidi per i fedeli, mentre per i sacerdoti sono stati preparati 80 calici e altrettante pissidi. Davanti l’altare, sulla destra, l’icona della Salus Populi Romani.

Le sei preghiere dei fedeli vengono lette in francese, arabo, portoghese, polacco, tedesco e cinese e dopo la comunione si svolgono l’Ultima commendatio, l’ultima raccomandazione a Dio perché accolga l’anima del defunto nella gloriosa comunione dei santi, e la Valedictio, il commiato, ossia l’ultimo saluto prima della sepoltura, con la Supplica della Chiesa di Roma cui segue l’orazione pronunciata dal cardinale Baldo Reina, vicario generale per la diocesi di Roma, e, in greco, la Supplica delle Chiese Orientali, e la successiva orazione del patriarca di Antiochia dei greco-melchiti Youssef Absi.

Al termine, il cardinale Re asperge con l’acqua benedetta e incensa il feretro, che infine viene portato nella Basilica di San Pietro e da lì, con un corteo funebre, nella Basilica di Santa Maria Maggiore per la sepoltura. La tumulazione nel loculo della navata laterale della basilica liberiana, tra la Cappella Paolina e la Cappella Sforza, è preceduta dal canto di quattro salmi e accompagnata da cinque intercessioni, poi viene intonato il Padre Nostro.

IL TRASFERIMENTO DELLA SALMA A SANTA MARIA MAGGIORE

Dopo la preghiera finale, sulla bara contenente le spoglie di Papa Francesco vengono impressi i sigilli del cardinale camerlengo di Santa Romana Chiesa, Kevin Joseph Farrell, della prefettura della Casa pontificia, dell’ufficio delle celebrazioni liturgiche del Romano Pontefice e del Capitolo liberiano.
Conclusi questi gesti, il feretro viene deposto nella tomba e asperso con l’acqua benedetta mentre viene intonato il Regina Coeli.
Poi l’ultima formalità: il notaio del Capitolo Liberiano redige l’atto autentico che fa fede dell’avvenuta tumulazione e lo legge ai presenti. Lo firmano, quindi, il cardinale camerlengo, il reggente della Casa Pontificia, monsignor Leonardo Sapienza, dal maestro delle celebrazioni liturgiche Pontificie, monsignor Diego Ravelli e infine il notaio. (Civ)

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