El Biti: chiesta la scarcerazione per insufficienza di prove
Un’udienza breve, quella del riesame, nella quale sono stati ripercorsi i passaggi più importanti di una vicenda delicatissima: quella relativa alla scomparsa di Souad Alloumi. La donna 29enne di origini marocchine manca da casa dalla notte tra il 3 e 4 giugno scorso dove per l’ultima volta era stata vista nella sua casa di via Milano. Per quella scomparsa, con le accuse di omicidio volontario e di occultamento di cadavere, è in carcere il marito Abdelmjid El Biti che dal carcere grida la sua innocenza. Lo ha fatto attraverso il proprio legale Gianfranco Abate chiedendo di essere scarcerato. Di questo avviso non è il Pm Maria Cristina Bonomo. Nella ricostruzione accusatoria ricopre un ruolo fondamentale un borsone inquadrato dalla telecamera del servizio di sicurezza dell’ingresso posteriore del bar vicino all’abitazione della donna scomparsa, in via Milano. Un borsone molto pesante che El Biti trascina in piena notte fino al bagagliaio della sua macchina. “Solo vestiti” ha sempre dichiarato El Biti mai creduto dagli inquirenti che vedono in quel saccone il corpo di Suad. Tre ore è il tempo che l’uomo ha impiegato per raggiungere, quella notte, la sua casa di Seniga. Un lasso di tempo utile a occultare il cadavere della moglie. Nei giorni scorsi sono state attivate le unità di ricerca tra il fiume Oglio e Mella ma di Suad nessuna traccia. I giudici del riesame si sono riservata la decisione sulla richiesta di scarcerazione. Riserva che dovrebbe essere sciolta entro le prossime ore. Nel frattempo El Biti si trova in carcere a Bergamo e continua a proclamarsi innocente.
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