Sequestro, estorsione secondo le modalità tipiche mafiose, di persona ai danni di un imprenditore al quale sono stati anche sottratti beni per il valore di oltre un milione e mezzo di euro. È una complessa attività di indagine quella condotta dalla Guardia di Finanza di Brescia, con il contributo delle autorità svizzere, di Eurojust e dell’Interpol, coordinata dalla Procura di Brescia.

Le indagini hanno svelato un collaudato sistema di evasione fiscale alimentato da un circuito di fatture per operazioni inesistenti per oltre 250 milioni di euro. Un sistema che creava e gestiva società che fornivano manodopera ad aziende edili nelle province di Brescia, Milano e Bergamo.

Grazie, anche ad intercettazioni, accertamenti bancari e sequestri di denaro contante (oltre 2 milioni di euro), i militari delle Fiamme Gialle sono riusciti a ricostruire l’articolato schema fraudolento.

Gli approfondimenti investigativi hanno consentito di emettere nei confronti delle società coinvolte, un sequestro preventivo di oltre 27 milioni di euro, quale provento delle indebite compensazioni effettuate mediante crediti d’imposta inesistenti e dell’iva evasa e delle mancate presentazioni delle dichiarazioni fiscali.

I provvedimenti eseguiti costituiscono l’epilogo di complesse attività di indagine, anche di carattere transnazionale, avviate a partire nel dicembre 2021, che hanno riguardato l’operatività in territorio bresciano di due strutture complementari, di cui una partecipata da soggetti contigui alla cosca ‘ndranghetista Piromalli-Molé.

La Guardia di Finanza sta procedendo anche all’esecuzione di n. 9 misure interdittive nei confronti di 7 imprenditori attivi nel settore edile e di 2 professionisti di Brescia, per il concorso nel reato di “indebita compensazione” di crediti inesistenti, per un importo di circa 1,5 milioni di euro.

Sono attualmente in corso molteplici perquisizioni in Italia e all’estero, con l’impiego di 200 militari, condotte con il supporto tecnico-operativo dello S.C.I.C.O., l’ausilio di moderne strumentazioni tecnologiche e di tre unità cinofile “cash dog” per la ricerca di contanti, in una cornice di sicurezza garantita anche dall’impiego dei c.d. “baschi verdi”, militari con specializzazione A.T.P.I. “Anti Terrorismo – Pronto Impiego.