Export in caduta libera e chiusure, le ricadute economiche dell’emergenza covid e il lockdown (italiano ed estero) si fanno sentire anche per le imprese bresciane.
L’impietosa fotografia in uno studio di Confartigianato Lombardia che per il 2020 ha previsto un anno di forte recessione per le imprese di tutto il paese. La Lombardia, locomotiva d’Italia, risentirà pesantemente di questa crisi con perdite fino a 6,5 miliardi di euro. Di conseguenza crolla anche Brescia per cui è stato stimato un calo delle esportazioni del 4%.
Unica nota positiva dello studio la previsione di un forte rimbalzo positivo già nel 2021, bisogna vedere però chi riuscirà ad arrivarci. Sempre secondo il dossier dell’associazione, infatti, questi primi mesi del 2020 hanno visto chiudere 1.814 imprese in Lombardia. Non se la passa meglio Brescia con un bilancio negativo fra imprese “nate e morte” da gennaio a oggi. Le nuove Pmi infatti sono solo 691 (un centinaio in meno rispetto a 12 mesi fa) a fronte di 932 chiusure. Il calcolo è quindi molto più banale delle sue implicazioni: le imprese bresciane oggi sono 241 in meno rispetto a pochi mesi fa.
“Si lotta per la sopravvivenza – ha detto Eugenio Massetti – Questo era un anno già iniziato male e adesso abbiamo preso un’ulteriore batosta con peggior saldo da 7 anni a questa parte. Ad aprile avremo fatturato zero, al di là di qualche fattura vecchia, che si potrà riferire a febbraio. Ma il vero problema si vedrà a maggio. È vero che il primo trimestre è tradizionalmente caratterizzato da un bilancio negativo tra iscrizioni e cessazioni per via del concentrarsi di queste ultime alla fine dell’anno precedente, ma il paragone con 2019 mostra come le sofferenze siano pesanti. E appena iniziate. Brescia reagirà, ne sono certo, ma ci vorranno anni per tornare ai livelli pre pandemia, nonostante è auspicabile un rimbalzo positivo già nel prossimo anno”.