La Sterilgarda, colosso dell’industria alimentare di Castiglione delle Stiviere, usa il pugno duro sul tema vaccinazioni. In una comunicazione firmata dal dal presidente del Cda Fernando Sarzi e inviata a tutti i 350 dipendenti infatti, la società ha fatto sapere che da settembre bisognerà esibilire il green pass per entrare nello stabilimento a svolgere la propria mansione.
“È convinzione della società che gli strumenti di contenimento della pandemia, in primis i vaccini, siano e saranno fondamentali per evitare la reintroduzione di misure restrittive – si legge nella lettera – Tutelare l’azienda dai rischi biologici rientra tra gli obblighi del datore in tema di sicurezza sul posto di lavoro. La normativa in vigore prevede già, per molte categorie di lavoratori, la somministrazione obbligatoria di vaccini quali quello contro il tetano, contro l’epatite B o il vaccino antitubercolare. A ciò si aggiunga che la sottoposizione alla vaccinazione costituisce anche uno strumento etico di rispetto e tutela dei lavoratori e delle loro famiglie, oltre che di tutti coloro che si trovano a dover già convivere con situazioni patologiche incompatibili con la somministrazione del vaccino, rimanendo pertanto soggetti esposti al contagio in ambiente lavorativo”.
Pertanto ecco l’obbligo, pena l’attribuzione di “mansioni diverse da quelle normalmente esercitate e tali da escludere rischi di contagio per contatti con altri dipendenti con erogazione della relativa retribuzione. Qualora la modifica della mansione non sia possibile il lavoratore non verrà ammesso in azienda con sospensione della retribuzione sino alla ripresa dell’attività lavorativa”.
Una scelta che fa discutere e che in poche ore è salita alla ribalta dei social tanto che l’hashtag con il nome della ditta è finito fra quelli in tendenza su Twitter. Come in ogni dibattito ci sono molti che sostengono questa scelta e molti altri che invece la condannano fermamente.