Bisogna mettere fine alla violenza fisica e verbale contro le donne ma anche a quella economica, che nei momenti di crisi colpisce le fasce più deboli della società. E’ questo il messaggio che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha mandato in occasione della cerimonia al Quirinale per l’8 marzo, la Giornata internazionale della donna. Un Festa che quest’anno il capo dello Stato ha voluto dedicare soprattutto alle donne impegnate negli ospedali e nelle zone rosse a combattere contro il Covid.
Mattarella ha iniziato il suo intervento ricordando i nomi delle dodici vittime di femminicidio di quest’anno: “Sharon, Victoria, Roberta, Teodora, Sonia, Piera, Luljeta, Lidia, Clara, Deborah, Rossella. Sono state uccise undici donne, in Italia, nei primi due mesi del nuovo anno. Sono state uccise per mano di chi aveva fatto loro credere, di amarle. Per mano di chi, semmai, avrebbe dovuto dedicarsi alla reciproca protezione. Ora siamo di fronte a una dodicesima uccisione: quella di Ilenia – ha affermato il presidente -. L’anno passato le donne assassinate sono state settantatre. E’ un fenomeno impressionante, che scuote e interroga la coscienza del nostro Paese”.
Per il capo dello Stato, alla base dei “gravi e inaccettabili” casi di femminicidio c’è “un distorto concetto del rapporto affettivo che, non a caso, si trasforma in odio mortale”.
“L’amore, quello autentico – ha osservato – si basa sul rispetto e la condivisione. Se si giunge a uccidere una donna è perché non si rispettano il suo desiderio di libertà e la sua autonomia. Perché ci si arroga il potere di non consentirne le scelte, i progetti, le aspirazioni. A distanza di settantaquattro anni dall’approvazione della Costituzione, che ha sancito, in via definitiva, l’eguaglianza e la parità tra tutte le persone, senza distinzioni, gli orribili casi di femminicidio che reclamano giustizia ci dicono che la legge, da sola, non basta. Che un principio va affermato, ma va anche difeso, promosso e concretamente attuato”.
Mattarella si è poi soffermato sui problemi alimentati dall’emergenza Covid: “Questo 8 marzo, purtroppo, si svolge ancora sotto il segno della pandemia, che ha appesantito la nostra esistenza, causando un numero senza precedenti di vittime e immani problemi economici, sociali e di relazioni umane – ha sottolineato -. Un fenomeno planetario imprevisto che ha messo a dura prova la capacità di resistenza dei cittadini e la stessa convivenza civile”.