Un finale di 2023 molto deludente e un inizio di 2024 con preoccupazioni vivissime. È questo in breve il quadro del commercio, del turismo e dei servizi a Brescia e provincia secondo i dati presentati da Confcommercio.
“Se escludiamo la spinta data alle imprese bresciane dalla Capitale della cultura che è stata un ottimo driver per aumentare sia presenze che fatturato – dice ai microfoni di Èlive il presidente di Confcommercio Brescia Carlo Massoletti – devo dire che è stata un’annata in discesa e l’ultima parte è stata davvero deludente”.
Non mancano le preoccupazioni per il primo semestre del nuovo anno, “preoccupazioni determinate dal fatto che questa contrazione dei consumi è ancora testimoniata da un po’ di sofferenza da parte delle imprese e anche insofferenza da parte dei consumatori – aggiunge Massoletti – Sono aumentati i costi e l’inflazione morde”.
Un’inflazione che si fa sentire anche sugli affitti. Il 52,5% degli intervistati ha infatti registrato un aumento del canone nel corso degli ultimi due anni, e quasi il 40% degli imprenditori sta avendo difficoltà nel fare fronte al pagamento. Confcommercio ha calcolato che rispetto al 2021, per il 2023 le imprese hanno pagato praticamente una mensilità in più di affitto. Ciò ha significato un aumento dei locali sfitti, come segnala più di un’impresa bresciana su due.
Preoccupazione aggravata anche dal fatto che quasi un’azienda bresciana su tre, di quelle che operano da più di 20 anni sul mercato, prevedono la chiusura dell’attività nel momento in cui sarà necessario affrontare il passaggio generazionale.