A un anno dall’approvazione della legge regionale per la prevenzione e la cura dei disturbi alimentari, la prima in Italia, e in occasione della Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, oltre cento ragazze attualmente ricoverate presso i centri del territorio regionale questa mattina nell’Auditorium Gaber di Palazzo Pirelli hanno affrontato un viaggio emozionale e di riflessione interiore, attraverso diverse attività che hanno contribuito a mettere in circolo le loro esperienze, i loro pensieri, le loro emozioni e la loro sensibilità.
L’iniziativa, promossa dalla Vice Presidente della Commissione regionale Sanità e Politiche sociali Simona Tironi, ha visto il coinvolgimento e la partecipazione di diversi Centri regionali per la cura dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, tra i quali Villa Miralago di Cuasso al Monte (VA), il Richiedei di Gussago (BS) e l’Associazione Animenta di Milano. A coordinare gli interventi sono stati Luca Modolo, Direttore Sanitario di Villa Miralago; Mauro Consolati, Responsabile del Richiedei e Aurora Caporossi, referente dell’Associazione Animenta.
“Queste ragazze hanno portato la loro testimonianza, la parte più profonda di loro stesse che sicuramente fa soffrire, ma che ci aiuta anche a riflettere -ha sottolineato Simona Tironi-. Un modo per far sentire le ragazze e i ragazzi protagonisti. Un momento anche per ricordare loro che dalla malattia si può guarire. Proprio un anno fa abbiamo approvato in Consiglio regionale la prima legge in Italia sui disturbi alimentari, di cui sono prima firmataria, che prevede il potenziamento di tutti i percorsi e livello di cura anche a fronte dell’importante aumento di richieste d’aiuto che ha superato il 40% nell’ultimo anno e dell’età media che si è ulteriormente abbassata”.
Nel corso della mattinata ha portato il proprio saluto alle ragazze anche il Presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi che ha sottolineato come “è auspicabile che la legge regionale lombarda possa essere presa a modello e copiata il più possibile anche a livello nazionale. Bisogna fare ancora ulteriori passi importanti e significativi lungo la strada intrapresa perchè questo è un problema reale per chi lo vive e per chi sta accanto a chi lo vive. E’ importante -ha aggiunto Fermi- lavorare molto sulla consapevolezza e la capacità di mettere in rete le esperienze: bisogna aiutare chi soffre di questi disturbi a comunicare ed esternare le proprie sensazioni ed emozioni, sapendo che ora può contare anche su strutture di supporto qualificate”.
A conclusione della mattinata Ambra Angiolini ha interpretato i contenuti di lettere e racconti delle ragazze in cura, che hanno potuto a loro volta interagire con Ambra. “Quello che dobbiamo dire a tutti i ragazzi e le ragazze è che il corpo perfetto è quello che ci si sente, non quello che si vede -ha detto loro Ambra-. Piuttosto diamo delle dimensioni agli organi che fanno di noi delle persone: il cuore, l’anima, i sentimenti: rimettiamoli al centro e rimettiamoceli addosso perchè è davvero l’unico vestito che conta”