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Il Fondo monetario internazionale (Fmi) prevede per l’economia italiana una crescita pari al 4,3 per cento nel 2021 e al 4 per cento l’anno prossimo. Lo si legge in un rapporto pubblicato dall’istituzione finanziaria al termine delle consultazioni con le autorità italiane.

“La pandemia di Covid-19 – afferma il documento – ha colpito duramente la popolazione italiana e la sua economia. Il Pil si è contratto di quasi 9 punti percentuali nel 2020, con un impatto particolarmente pesante sul settore dei servizi. Per attutire le conseguenze economiche sono state introdotte pronte e decisive risposte politiche da parte delle autorità italiane, insieme a misure fiscali e monetarie coordinate a livello europeo. Un’ampia espansione fiscale ha fornito un’ancora di salvezza al reddito di famiglie e imprese, mentre la liquidità è stata ampiamente sostenuta attraverso moratorie del servizio del debito e dei crediti garantiti dal governo. È stato introdotto inoltre lo stop ai licenziamenti. Queste misure hanno contribuito a preservare la struttura dell’economia, ma potrebbero nascondere una debolezza di fondo della salute finanziaria delle imprese, del mercato del lavoro e della qualità del prestito”, scrive l’Fmi.

Il fondo ricorda che la pandemia ha interrotto la lenta e ancora incompleta ripresa dalla recessione che ha seguito la crisi finanziaria globale e quella del debito dell’area euro. “Nell’ultimo decennio, la produttività ha continuato a ristagnare, il rapporto debito pubblico/Pil è salito a livelli elevati e le disparità di reddito regionali si sono ampliate. Sebbene siano stati compiuti notevoli progressi nella riduzione dei crediti deteriorati delle banche, i rapporti sui crediti deteriorati sono rimasti al di sopra della media dell’area euro. Inoltre, l’esposizione delle banche italiane al debito sovrano nazionale rimane elevata”.

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Secondo l’Fmi, le prospettive economiche dipendono dallo sviluppo della pandemia, dai cambiamenti strutturale che verranno introdotti, nonché dall’efficacia delle politiche economiche e di salute pubblica. La ripresa sarà sostenuta dalla campagna di vaccinazione in corso e da ingenti investimenti nel quadro del Piano nazionale di recupero e resilienza (Pnrr) del governo, finanziato principalmente dalle risorse Ue, per aumentare le infrastrutture fisiche e sociali e sostenere le riforme strutturali. Il Pil dovrebbe rimbalzare di circa il 4 per cento nel 2021, mentre l’aumento della spesa per gli investimenti manterrà la crescita ben al di sopra del livello precedente per i prossimi anni”.

“Tuttavia – si avverte nel rapporto – le cicatrici economiche a lungo termine potrebbero essere considerevoli. I rischi a breve termine riguardano la velocità con cui il virus verrà sconfitto e il progressivo prosciugamento dei risparmi. A lungo termine, occorre guardare al mantenimento di condizioni finanziarie favorevoli, all’adeguata attuazione del Pnrr e il mantenimento di uno slancio politico favorevole per le riforme strutturali. Una materializzazione di questi rischi a lungo termine potrebbe esacerbare le già elevate vulnerabilità del debito pubblico”.

© Agenzia Nova – Riproduzione riservata

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