Il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, intervenuto a Sky Tg 24, ha mosso alcune critiche al nuovo decreto annunciato ieri sera dal premier Giuseppe Conte. Secondo il governatore mancherebbero regole precise su alcuni temi fondamentali, oltre ad alcune riaperture.
“Se all’inizio sono stato sicuramente uno dei sostenitori del grande rigore, io avrei chiuso di più all’inizio, non avrei allentato le misure dopo una settimana – ha detto Fontana – Adesso, tenuto conto del fatto che ormai è assolutamente accertato che noi dovremo convivere con il virus finché non si troverà un vaccino o una cura, credo che forse si sarebbe potuto allentare un po’ i condizionamenti. Magari ponendo più attenzione nei controlli e nel rispetto delle norme di sicurezza”.
Fontana ha poi dichiarato che avrebbe iniziato con alcune graduali riaperture di attività commerciali, magari seguendo per il momento orari scaglionati e ingressi contingentati.
“Dobbiamo renderci conto della realtà in cui viviamo, se dovessimo aspettare l’R0 previsto forse per la fine di giugno allora non riapriremmo più per parecchio tempo – ha continuato – Si eliminerebbero interamente una serie di comparti”.
Indice puntato poi su un nodo, non ancora sbrigliato, molto caro alle famiglie: se i genitori iniziano a rientrare al lavoro, come si possono gestire i figli a casa da scuola?
“Non si è parlato delle regole per il trasporto pubblico, non è stato detto niente su come le famiglie debbano gestire i bambini – ha concluso Fontana – Io sono dell’opinione che un genitore debba rimanere a casa per gestire i suoi bambini e quello che manca dello stipendio venga versato dallo Stato. Questa è solo una mia ipotesi, ma ce ne sono tante altre”.