La Polizia di Stato di Brescia ha arrestato (nuovamente) il foreign fighter nato a Gavardo di origini marocchine Samir Bougana con le pesanti accuse di “sequestro di persona e lesioni personali, aggravati dall’avere adoperato sevizie e agito con crudeltà nonché dalla finalità di terrorismo e dell’odio razziale”.
Nel giugno del 2019 l’uomo, attualmente detenuto, era stato arrestato a Kobane (in Siria) dove si trovava in stato di cattura da parte delle Unità di protezione popolare curde, da funzionari della Digos di Brescia e della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione al termine di una difficile operazione in collaborazione con l’Aise, l’Fbi e le autorità siriane.
L’uomo in quegli anni si era radicalizzato aderendo alla Jihad islamica prima in Italia e poi in Germania. A quel punto era partito per la Siria dove era divenuto un operativo del sedicente Stato Islamico.
Nel luglio del 2020, il Tribunale di Brescia lo ha condannato a 4 anni di reclusione, sentenza poi confermata in Appello. Le successive indagini, svolte in stretta collaborazione con le autorità tedesche, hanno però fatto emergere la possibilità che il giovane si fosse reso responsabile di torture nei confronti di almeno due persone, di cui un adolescente, che si erano rifiutate di combattere per l’Isis.
Decisiva è stata la testimonianza di una delle due persone seviziate, attualmente rifugiate in Germania. A provare quanto subito, la vittima ha mostrato al Pm le cicatrici sul proprio corpo, raccontando anche di torture con scariche elettriche al fine di constringere i “detenuti” curdi a convertirsi all’Islam.