Visti i recenti episodi di violenza di genere avvenuti anche nella nostra città l’assessora Anna Frattini ha preso una forte posizione sul tema attraverso una lunga nota stampa diffusa dalla Loggia.
“I femminicidi sono qualcosa di diverso dagli omicidi, gli stupri ai danni delle donne non hanno un’immagine nel mondo maschile, il catcalling, il sentirsi sicure e a proprio agio in ogni parte della città sono cose a cui i maschi (eterosessuali e bianchi) non devono prestare attenzione – ha detto Frattini – Il tema del consenso deve quindi essere considerato seriamente dalla collettività, dai media e da chi incarna la giustizia”.
Ha parlato inoltre del sistema di accoglienza, evidenziando come oggi debbano essere le donne ad abbandonare la propria abitazione e ripartire da zero con i figli a carico stravolgendo la loro vita. Gli attori della violenza sono invece liberi di restare dove sono e nel frattempo talvolta il caso viene archiviato.
“Resteremo nell’emergenza fino a quando non potremo, grazie anche a fondi dedicati (oggi le risorse che provengono da Stato e Regione sono scarse e vengono impiegate per prendersi cura di chi soffre e non sa dove andare), occuparci seriamente degli uomini attori della violenza, anche da una prospettiva sanitaria – continua Frattini – Questo si traduce in almeno due linee di azione, una preventiva e una di presa in carico”.
L’Assessora spiega che la linea preventiva chiede di fare formazione, non solo nelle scuole, ma anche attraverso gli spazi pubblici, incentivando comportamenti gentili, non violenti, non offensivi, perché anche le parole feriscono.
“Oltre alla comunicazione informativa rivolta alle donne che chiedono aiuto, serve immaginare qualcosa che sappia parlare e coinvolgere gli uomini. Occorre cercare, tra loro, gli alleati nella lotta al patriarcato. Regione Lombardia ha in atto una sperimentazione a Milano proprio su questo – conclude Frattini – speriamo che i risultati attesi a fine anno consentano di iniziare a lavorare in maniera più sistematica con gli uomini che hanno agito violenza, esigenza sentita anche dal carcere”.