“C’è sempre una rincorsa a quella che è la produttività e una poca attenzione, o quantomeno un’attenzione da migliorare per quello che riguarda i temi della sicurezza sul lavoro. In molti casi c’è anche l’aspetto del lavoro precario che non aiuta sulla sicurezza”.
Sono parole di Antonio Ghirardi, segretario generale della Fiom Cgil di Brescia, in giorni neri per il lavoro bresciano. In tre giorni si sono infatti verificati almeno tre incidenti gravi, di cui uno mortale a Manerbio. Ma non serve troppa memoria per aggiungere a questa lista tragica altre due morti in poco più di un mese.
“Per quanto riguarda i metalmeccanici abbiamo avuto in nemmeno 40 giorni tre incidenti mortali che disegnano un triangolo singolare nella bassa bresciana: Borgo San Giacomo, Pontevico e Manerbio – prosegue Ghirardi – Tre uomini morti per altro in aziende dove la sicurezza non è trascurata. Quando questi fatti accadono in realtà attente alla sicurezza, fa pensare. Non si fa mai abbastanza”.
E allora la domanda naturale è: cosa si può fare? La Cisl bresciana ha dichiarato che uno sciopero “non cambierebbe di una virgola la situazione”. Secondo Ghirardi lo sciopero mantiene un ruolo fondamentale nell’informazione, nella sensibilizzazione e anche nella voglia di scendere in piazza dei lavoratori per manifestare disappunto e rispetto per le vittime.
“Lo sciopero non è assolutamente inutile – dice il sindacalista a Èlive – Innanzi tutto pensiamo che vada migliorata la cultura generale della sicurezza. Servono maggiori investimenti nei sistemi di sicurezza, un coinvolgimento maggiore del sindacato e la formazione. Servono anche maggiori controlli degli organi competenti perché tante volte le cose non vengono fatte come dovrebbero essere fatte. La sicurezza è una cosa molto importante, la vita ha un valore insetimabile”.