Oggi, 4 marzo, è la Giornata Mondiale sull’obesità, una malattia cronica progressiva e recidivante, che secondo il Ministero della Salute, rappresenta una vera emergenza per la sanità pubblica. Il tema di quest’anno è quello di creare un’occasione per confrontarsi su strategie e interventi per la prevenzione e il controllo di questa patologia.
“L’obesità infantile, in particolare, è una delle più importanti sfide per le conseguenze che comporta, come il rischio di diabete tipo 2, l’asma, problemi muscolo-scheletrici, problemi cardiovascolari, problemi psicologici e sociali – scrive il Ministero – La strategia di prevenzione è finalizzata a individuare azioni efficaci di promozione della salute attraverso un approccio life-course, agendo a partire già dai primi 1000 giorni, in gravidanza e lungo tutto il corso della vita, per ridurre i fattori di rischio individuali”.
Inoltre, continua il Ministero, “È necessario promuovere una cultura che consideri l’obesità come una malattia cronica complessa e recidivante, anche al fine di contrastare, a tutti i livelli, lo stigma nei confronti delle persone che ne sono affette”.
Secondo i dati della sorveglianza nazionale OKkio alla Salute del 2019 il 20,4% dei bambini sono in sovrappeso mentre gli obesi sono il 9,4%, con una leggera superiorità percentuale nei maschi rispetto alle femmine.
Riguardo la percezione materna dello stato di salute dei propri figli, il 40,3% dei bambini in sovrappeso o obesi è percepito dalla madre come sotto-normopeso; il 59,1% delle madri di bambini fisicamente poco attivi ritiene che il proprio figlio svolga attività fisica adeguata e tra le madri di bambini in sovrappeso o obesi, il 69,9% pensa che la quantità di cibo assunta dal proprio figlio non sia eccessiva.
Dai dati 2022 dell’indagine Health Behaviour in School-aged Children, condotta su campioni di studenti di 11, 13 e 15 anni, meno di un adolescente su 10 svolge almeno 60 minuti al giorno di attività motoria moderata-intensa e questa abitudine diminuisce all’aumentare dell’età. Infine, 4 adulti su 10 risultano in eccesso ponderale, che è più frequente all’aumentare dell’età, fra gli uomini rispetto alle donne, fra le persone con difficoltà economiche e fra le persone con un basso livello di istruzione.