Con l’aumento dei contagi dovuto alla variante Delta, si attendono le nuove indicazioni del Comitato tecnico scientifico (Cts) e della cabina di regia prevista per domani per il nuovo decreto anti-Covid. Sarà poi il Consiglio dei ministri, previsto nella stessa giornata e comunque entro la settimana, per definire le modalità di utilizzo del green pass. Sulla possibile estensione dell’uso della certificazione verde, la maggioranza di governo è ancora divisa. Il Partito democratico, Movimento 5 stelle e Italia viva, pur con varie sfumature, si dicono favorevoli alla misura, mentre le forze di centrodestra vedono nella certificazione una limitazione della libertà personale e d’impresa.
Dopo un lungo braccio di ferro sarebbe arrivato il via libera dei Presidenti di Regione, anche se c’è da sciogliere il nodo dei ristoranti a chiuso. In questo caso sembra che possa prevalere la linea già anticipata ieri con il “green pass leggero”, ossia con una sola dose di vaccino o tampone effettuato nelle 48 ore precedenti.
Il decreto dovrebbe essere approvato domani e entrerà in vigore già il prossimo lunedì in modo da scongiurare possibili cambi di fascia di alcune regioni visto che con questi dati il giallo sarebbe già più che plausibile per talune realtà.
Il secondo fronte su cui in queste ore è impegnato l’esecutivo riguarda proprio i cambi di colore e in particolare i parametri che inseriscono un dati territorio nelle varie fasce di rischio. Se attualmente è di fondamentale importanza l’incidenza di nuovi casi su 100mila abitanti, con le nuove regiole questo parametro passerà in secondo piano per lasciare maggiore importanza alle ospedalizzazioni.
Il nodo del contendere ora è la percentuale di occupazione massima dopo la quale scattano le restrizioni: per il Governo serve la linea dura con un 5% per le terapie intensive e un 10% per i reparti convenzionali, le Regioni spingerebbero invece di salire rispettivamente al 20% e al 30%. Mediazioni e limature nella cabina di regia di oggi.