2.531 nuove diagnosi di HIV solo nel 2019, 544 in Lombardia e 67 a Brescia. Ad affermarlo è l’Istituto Superiore di Sanità che ha rilasciato il nuovo report con i dati su Hiv e Aids in occasione della giornata mondiale contro l’Aids del primo dicembre.
Un dato ancora alto, ma quantomeno in riduzione se si considera che solo nel 2018 le diagnosi erano state 2.847. Questo conferma il trend in discesa degli ultimi anni, partito nel 2012. Rimane però una problematica: ci si testa troppo tardi e ad esempio l’Hiv viene quindi diagnosticata in fase avanzata.
A Brescia e provincia – come detto – i casi riscontrati nel 2019 sono 67 di cui il 41.3% MSM (maschi omosessuali), 46% maschi eterosessuali, 9.5% femmine eterosessuali e 3.2% a seguito dell’assunzione di droga per iniezione.
A livello nazionale le persone che hanno scoperto di essere Hiv positive nel 2019 erano uomini nell’80% dei casi.
La fascia d’età in cui si riscontrano più diagnosi è quella fra i 25 e i 29 anni (10,4 nuovi casi ogni 100.000 residenti) e, a ruota, la fascia 30-39 (9,8 nuovi casi ogni 100.000 residenti); in queste fasce di età l’incidenza nei maschi era 4 volte superiore a quelle delle femmine. Nel 2019, la maggior parte delle nuove diagnosi di infezione da Hiv è attribuibile a rapporti sessuali non protetti, che costituiscono l’84.5% di tutte le segnalazioni.
Sempre nell’anno in esame sono stati diagnosticati 571 nuovi casi di Aids pari a un’incidenza di 0,9 nuovi casi per 100.000 residenti. Il numero di decessi in persone con Aids rimane stabile negli ultimi anni ed è pari a poco più di 500 casi per anno.
A oggi non esiste ancora una cura che metta la parola fine all’Hiv. Per questo è fondamentale proteggersi con i tanti strumenti che abbiamo a disposizione, ma il test rimane centrale. Sono ancora troppe le persone che fanno il test tardi, all’apparizione dei primi sintomi o di patologie legate all’Aids. Una diagnosi precoce permette di iniziare subito la terapia e bloccare la trasmissione del virus. Il test Hiv inoltre, è gratuito in Italia.