Sono 1.453 i lavoratori della compagnia aerea Air Italy in liquidazione che attualmente si trovano in un limbo e attendono in queste ore la convocazione di un tavolo da parte del ministero dei Trasporti.
I liquidatori della compagnia ex Meridiana, Enrico Laghi e Franco Lauro, hanno infatti chiesto la settimana scorsa un incontro con il governo, che sarebbe il primo da quando, l’11 febbraio scorso, sono stati nominati dopo che i due soci, Alisarda e Qatar Airways, hanno deciso di sfilarsi.
Ora con il decreto Rilancio, che all’articolo 202 autorizza Alitalia a gestire la continuità territoriale delle isole, per i lavoratori della compagnia sarda in liquidazione e i loro rappresentanti sindacali si riaccende la speranza di entrare a far parte della nuova compagnia di bandiera rinazionalizzata. Il tavolo che sarà convocato al ministero, tra rappresentanti del governo, dell’azienda in liquidazione e dei sindacati, riguarderà però per il momento soprattutto l’utilizzo degli ammortizzatori sociali per l’emergenza Covid-19.
L’emergenza sanitaria che è scoppiata subito dopo la messa in amministrazione straordinaria della compagnia ha infatti bloccato i licenziamenti collettivi, in virtù delle norme contenute nel decreto Cura Italia, che i due commissari erano inizialmente intenzionati a mettere in atto il più rapidamente possibile per tagliare i costi.
I 1.453 dipendenti, però, non hanno potuto accedere finora alla cassa integrazione. Né quella straordinaria, mai chiesta dall’azienda, né quella in deroga prevista dalle misure anti contagio. Sono quindi attualmente con stipendi a paga base, ancora sul bilancio di Air Italy e sperano ora di ottenere l’accesso alla cig in deroga per almeno 10 mesi. Nel frattempo degli otto aerei della flotta, tutti in leasing secondo fonti sindacali, alcuni non sono tornati ai rispettivi lessor e l’azienda continua a pagare i contratti di affitto.