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A Brescia nasce il car sharing del futuro. Non è il cliente a raggiungere l’auto, ma è l’auto che raggiunge il cliente. Da sola. Oggi un’automobile a guida autonoma ha percorso il suo primo chilometro dando il via alla sperimentazione che punta a ridefinire il concetto di auto condivisa.

È la prima volta che in Italia viene avviata una serie di test su strade aperte al traffico, in modo da analizzare l’interazione tra questa tipologia di vettura e la complessità della mobilità di una città. Non pura accademia, sebbene il progetto prenda i natali al Politecnico di Milano, ma una progettualità concreta che al termine della sperimentazione potrebbe divenire vita di tutti i giorni. Normalità.

E A2A ha creduto in questo percorso, facendolo proprio e portandolo avanti convintamente. A un punto tale che dopo il primo chilometro è lo stesso amministratore delegato Renato Mazzoncini a prefigurare tempi brevi: “si potrebbe immaginare in un paio d’anni di avere il servizio in esercizio per i cittadini”.

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Con questa sperimentazione, A2A, Politecnico di Milano e MOST intendono sviluppare un modello di car sharing unico in Europa. Il progetto unisce le potenzialità dell’auto elettrica a quelle della guida autonoma, proponendo un nuovo paradigma di mobilità urbana, riducendo il numero di auto circolanti in città e trasformando il servizio in un’esperienza più pratica e agevole. Recenti studi hanno evidenziato che le auto vengono utilizzate in media solo 70 minuti al giorno, restando inattive per il 95% del tempo. Inoltre, in Europa, percorrono mediamente solo 10mila chilometri l’anno. Questi dati sottolineano la necessità di adottare nuovi modelli per una mobilità urbana più efficace e sostenibile.

Il primo miglio

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