Il governo lavora all’estensione dell’obbligo del green pass, il certificato verde che attesta l’immunità, la guarigione o la negatività al covid. Se dal 6 agosto è richiesto per ristoranti e bar al chiuso, mostre, spettacoli, palestre e piscine, concorsi e ora anche per viaggiare su treni, aerei e navi e per insegnanti e studenti universitari, l’esecutivo punta ad allargare la platea per arrivare così all’80% della popolazione vaccinata entro ottobre.
La cabina di regia, che in un primo momento era stata ipotizzata per la metà di questa settimana, non è stata ancora convocata e potrebbe tenersi la prossima. Nel nuovo decreto l’obbligo dovrebbe essere esteso ai dipendenti pubblici ma anche a tutti coloro che lavorano nel privato e che si trovano a contatto con gli utenti, come ad esempio nella ristorazione.
Nel frattempo si registrano alcune novità sul fronte sindacale. Se per il green pass nelle aziende ormai è questione solo di giorni, i sindacati, dopo le resistenze delle settimane scorse, sono d’accordo a patto però che sia introdotto con un decreto, che si chiarisca bene che il costo dei tamponi non ricadrà sui lavoratori non vaccinati e che non ci siano licenziamenti. Lunedì sera i leader di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri hanno incontrato prima il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, e poi quello di Confapi, Maurizio Casasco. Poco prima Landini, invece, aveva varcato anche il portone di palazzo Chigi, per un colloquio con il premier Mario Draghi.
Soddisfatto dell’incontro il presidente di Confindustria Bonomi: “È il momento di stare insieme, auspico che sia l’inizio di un percorso nell’interesse del Paese” ha detto, chiedendo a sua volta che lo Stato si faccia carico del costo dei tamponi. “Da sempre siamo per l’obbligo vaccinale, ma se la politica non sa trovare una sintesi è necessario mettere in sicurezza i luoghi di lavoro, primo per la salute di chi vi opera, poi per non compromettere la ripresa – ha sottolineato – Noi siamo per l’adozione del green pass obbligatorio nei luoghi di lavoro e su questo si è aperta una discussione”.