Passano le settimane, ma il ritornello non cambia: produzione in crescita con molte preoccupazioni sul futuro. È una fotografia che in modo più o meno analogo abbiamo osservato in tutto il mondo dell’economia e del lavoro bresciano. In questo caso affiancata al manifatturiero a seguito di una ricerca del centro studi di Confindustria Brescia.
Questo settore, nel primo trimestre del 2022, ha evidenziato infatti una nuova crescita sebbene più contenuta rispetto al 2021. L’attività produttiva ha segnato una variazione rispetto al trimestre precedente (congiunturale) positiva (+2,5%), mentre la dinamica rispetto allo stesso periodo del 2021 (tendenziale) segna un +10,5%.
Preoccupazioni e incognite risiedono ovviamente nella guerra ucraina con i conseguenti impatti sulla fiducia degli operatori, sui prezzi delle materie prime industriali e degli input energetici e sulla facilità di approvvigionamento dei materiali. Almeno per il momento questo frangente sembra comunque aver avuto un impatto contenuto sul made in Brescia.
Nonostante le numerose nubi (aggiungiamo anche il nuovo stop della Cina dovuto al covid, l’inflazione galoppante e il caro energia ben lontano dalla fine) le previsioni a breve termine rimangono positive.
“I dati sono positivi ma vanno valutati con prudenza – il commendo del presidente di Confindustria Brescia Franco Gussalli Beretta – Siamo di fronte a incognite geopolitiche ed economiche di natura mondiale, che vanno oltre le semplici dinamiche territoriali”.