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Il “No” al Pride e i “Ni” a Vannacci

Caro Presidente Moraschini,

la Provincia di Brescia, come istituzione, ha perso una grande occasione di dimostrarsi vicino ai bresciani e di far sapere che esiste.

Ma soprattutto mi consenta di ricordare a Lei ma anche a tanti amministratori, di tutti i colori politici, che i Comuni, le Provincie, le Regioni non sono di “proprietà di chi li Governa in quel momento“. Il rispetto per le persone non è di sinistra o di destra, i diritti civili non sono di sinistra o di destra ma sono la base della democrazia e della società.

Le manifestazioni come il Brescia Pride, e Presidente badi bene che nella nostra città volutamente gli organizzatori non lo hanno chiamato Gay Pride ma Brescia Pride per sottolinearne il carattere inclusivo, sono eventi nei quali si chiede innanzitutto rispetto per tutti senza distinzione di età, religione, appartenenza politica, sesso.

È sul “rispetto” che si fonda una comunità, sul rispetto per chi non la pensa come noi o non è come noi o non si sente come noi. E chi è “diverso” da noi va a ledere nessuna nostra libertà o a violare nessun nostro diritto. Più diritti non fanno male ad una società, meno diritti sì perchè “escludono” persone.

Ed è insegnando il rispetto che si combatte la violenza, tutti i tipi di violenza: da quella di genere contro le donne a quella contro i minori.

La Provincia ha detto No ad una manifestazione in cui la parola d’ordine è “rispetto“. Questo deve essere ben chiaro.

Caro Presidente, in questi casi dovrebbe entrare in gioco la Politica, quella con la P maiuscola e non le ideologie di partito. Quelle ideologie che fanno dire No ad una manifestazione inclusiva ma molti “silenzi” che sanno di “assensi” (vale per FdI non certo per la Lega dove sull’argomento i silenzi non ci sono) a posizioni palesemente “razziste e omofobe” come quelle espresse dal Generale Vannacci.

Paolo Bollani
Direttore ÈliveBrescia

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