Un esperienza che ai nostri gionri chiameremmo immersiva, privandola però di quella spiritualità ed emozione quasi magica che si porta con sé. È bene quindi chiamarla con il suo nome: presepe vivente. E non uno qualsiasi, bensì quello di Ome che è attivo dal lontano 1986 e che è formato da ben cento comparse in costume con l’accompagnamendo della musica e gli immancabili animali.
Dopo l’ultima apparizione in castello nel 2014, in quest’anno di Capitale della cultura il presepe vivemnte di Ome tornerà in città il prossimo 26 dicembre. Il corteo partirà da corso Magenta (all’esterno dell’auditorium San Barnaba) alle 15 e attraversando le vie del centro raggiungerà il cortile di palazzo broletto dove ci sarà la capanna della natività.
Fra fede e tradizione
Il Presepe Vivente del Gruppo Alpini di Ome è ogni anno proposto il giorno di Santo Stefano (patrono di Ome) e all’Epifania a Ome.
È il 1986 quando gli Alpini di Ome, sotto la regia di Stefano Maiolini, realizzano il primo presepe vivente sul colle di San Michele, intorno alla Chiesa di San Michele del XV secolo che dal 1985 è custodita proprio dal Gruppo Alpini di Ome.
Più di cento figuranti narrano una summa biblica che parte da Adamo ed Eva, propone le principali figure dell’Antico Testamento fino a giungere alla corte di Erode con i soldati romani e infine la capanna con la natività di Gesù, con un folto gruppo di pastori con le pecore e i doni per il Bambinello e l’arrivo dei Magi a cavallo.
Intorno un piccolo villaggio di fabbri, mugnai, scalpellini e artigiani a fare da cornice come in un classico presepe.
Costumi e scenografie sono stati realizzati negli anni da abili volontari e volontarie del paese che hanno a cuore questa tradizione, a partire dalle prime edizioni con Martina Buffoli e Alba Peli che hanno dato il via al lavoro.
Oltre alla tradizionale rappresentazione a Ome, negli anni ci sono state alcune trasferte:
1987: all’esterno degli Spedali Civili di Brescia.
1989: ancora a Brescia, a Canton Mombello.
2000/2001: alla comunità di recupero Mondo X di Rodengo Saiano.
2014: in Castello a Brescia.
2016: in piazza Bra a Verona.