“Noi siamo arrivati ad un livello di saturazione nei numeri, ad un impegno importante ma è evidente che manca una strategia di fondo da questo punto di vista”.
Laura Castelletti non ci gira troppo intorno e alla richiesta della Prefetta, Maria Rosaria Laganà sulla disponibilità ad accogliere migrati provenienti dagli sbarchi, snocciola i numeri che certificano come Brescia abbia sempre dato e stia dando un contributo importante.
DAL 2021 AL 2023 SBARCHI TRIPLICATI
Dati alla mano, quelli del Ministero dell’Interno, gli sbarchi sono passati dai 24.624 del 2021 ai 33.187 nel 2022 fino agli attuali 78.182, ma siamo solo a luglio, del 2023.
Questo nonostante i proclami del Governo che a parole dice di praticare i respingimenti ma nei fatti non può far altro che gestire gli arrivi sulle nostre coste di miglia di immigrati che fuggono dai loro Paesi di orgine
I NUMERI DELL’ACCOGLIENZA DI BRESCIA
Nei Sai, ex Sprar, dal 2014 al 2020 i posti sono stati sempre 30, certifica il Comune di Brescia. Nel 2021 sono diventati 60 e nel corso del 2022 sono diventati 92 per rispondere all’emergenza di afghani e ucraini. Lo stesso numero è rimasto anche nel 2023. Dall’inizio dell’accoglienza nei Sai – scrive il Comune di Brescia in una nota- sono transitate 454 persone.
“C’è poi un’accoglienza del Comune, extra progetti Sai e i Cas (Centri accoglienza straordinari) delle Prefetture, -prosegue la nota del Comune di Brescia – quindi interamente a carico dell’Ente a livello organizzativo e finanziario.
Nel 2022 ci sono state 90 richieste di accoglienza, di cui 7 per motivi sanitari. Sempre nel 2022 sono stati accolti 42 nuclei familiari con minori, nel primo trimestre del 2023, invece, 15 nuclei.
Di queste 57 famiglie solo 16 sono state poi accolte nei Cas, sistema nazionale, nonostante molti di più avessero i requisiti, con una spesa annua stimata per il Comune, che ha continuato a farsene carico, di 400mila euro”.