
In un contesto senza dubbio complicato (per diverse ragioni) la manifattura lombarda tiene. Così si potrebbero riassumere i dati lombardi relativi al terzo trimestre 2024, presentati oggi nel report di Unioncamere a Palazzo Lombardia.
Erano presenti il governatore Attilio Fontana, l’assessore regionale allo Sviluppo economico Guido Guidesi, il presidente di Unioncamere Lombardia Gian Domenico Auricchio e i bresciani Giuseppe Pasini (neo eletto presidente regionale di Confindustria) ed Eugenio Massetti in qualità di presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia.
Nello specifico, i dati lombardi anche dell’ultimo trimestre del 2024 si confermano migliori rispetto a quelli nazionali. Nel 2024 l’andamento del settore manifatturiero lombardo rimane stazionario, senza significativi movimenti rispetto al trimestre precedente. La variazione media annua della produzione è infatti pari a -0,8% per l’industria e a 0% per l’artigianato, che posizionano la Lombardia al di sopra della performance nazionale che registra una contrazione pari al -3,7%; una situazione lombarda ancora in salute anche confrontata alla situazione delle regioni europee economicamente importanti come la Lombardia e questo grazie alla grande capacità di resilienza del sistema produttivo ed economico della prima Regione manifatturiera del Continente.
A confermare questo quadro anche i dati tendenziali di fine anno che mostrano alcuni segnali di miglioramento per il manifatturiero lombardo: la produzione registra una minima crescita tendenziale pari al +0,2%, in controtendenza con quanto osservato nei precedenti trimestri; il fatturato rafforza il trend positivo che già aveva caratterizzato il terzo trimestre (+1,3%); gli ordini interni crescono dell’1% e quelli esteri registrano una crescita ancora più consistente, pari a +4,1% rispetto all’analogo trimestre del 2023.
Le dichiarazioni
“La Lombardia si conferma certamente più performante rispetto all’intero contesto nazionale, ma c’è la necessità di supportare questi segnali di leggera crescita affrontando con urgenza, concretezza e in modo strutturale il tema dei costi energetici, così come quello dell’accesso al credito, affiancando il tutto ad una attività diplomatica che scongiuri una guerra commerciale attraverso i dazi – è stato il commento di Guidesi – Bisogna altresì continuare nell’azione di critica costruttiva e atteggiamento propositivo nei confronti della nuova Commissione Europea affinché corregga gli errori della precedente; quegli errori stanno danneggiando il sistema produttivo ed economico del Continente con il rischio di deindustrializzazione”.
“Caro energia e guerra dei dazi sono le principali minacce alla ripartenza – ha aggiunto Pasini – sull’energia, anche a causa della speculazione le imprese continuano a sostenere costi non competitivi; mentre i dazi Usa, e i controdazi dei partner commerciali, rischiano di compromettere un mercato fondamentale per la Lombardia e di complicare ulteriormente l’approvvigionamento di materie prime. Per Confindustria Lombardia è perciò urgente agire subito sul caro energia disaccoppiando l’energia elettrica dal gas e contrastando la speculazione dei fondi. Sui dazi, invece, l’auspicio è che l’Europa eviti l’escalation commerciale e lavori per aprirsi a nuovi mercati riducendo parallelamente l’impatto della concorrenza cinese”.
“Il pessimismo del comparto artigiano trova giustificazione nella fatica di questo momento storico dove gli investimenti sono in contrazione non per mancanza di volontà o visione, ma per il costo del credito che grava sulle MPMI, molto più che sulle realtà di maggiori dimensioni – ha invece spiegato Massetti – Gli investimenti sono il pass per affrontare in modo deciso il cambio di passo che la doppia transizione richiede per restare sul mercato e nelle filiere che competono su orizzonti internazionali. Serve un potente innesto di tecnologie e personale con competenze e conoscenze adatte a gestire e guidare tale innovazione, affinché contribuisca a migliorare i livelli di produttività, vero tallone d’Achille delle nostre aziende produttive”.
Dati per settore
Tra i settori più performanti: chimica (+4,5% variazione media annua) e alimentari (+2,7%); stabili invece carta-stampa (+0,3%), gomma-plastica (+0,1%), minerali non metalliferi (-0,2%). In sofferenza il comparto moda (abbigliamento -1,7%, pelli-calzature -6,8% e tessile -8,3%) ai quali si aggiungono: legno-mobilio (-0,8%), mezzi di trasporto (-0,9%), meccanica (-1,6%) e siderurgia (-3,1%). Altro dato significativo è quello dell’occupazione che rimane sostanzialmente stabile, in una situazione, è da ricordare, ancora molto positiva (sotto il 4%, praticamente fisiologica); nello specifico si registra uno 0,4 per l’industria e uno 0,1% per l’artigianato. Anche sul fronte del fatturato le variazioni restano minime (-0,3% per l’industria e -0,7% per l’artigianato) mentre si registra una difficoltà sugli ordinativi a causa del mercato interno ancora in affanno nel 2024 (-0,5% l’industria e -1,7% l’artigianato).