È di origine marocchina, ma da anni vive nel Bresciano il 46enne arrestato dalla Polizia con l’accusa di addestramento ad attività con finalità di terrorismo, anche internazionale. È il culmine di un’indagine, coordinata dalla Procura di Perugia, che ha visto collaborare il Centro operativo per la sicurezza cibernetica di Perugia, la Digos di Brescia e la Postale.

Stando a quanto riferisce l’AdnKronos, l’uomo era presnte su diversi gruppi Whatsapp riconducibili allo Stato Islamico ai quali si sarebbe potuto accedere soltanto tramite l’invito di un altro membro.

Durante le perquisizioni di un locale in uso al sospettato le divise hanno ritrovato diversi manoscritti inneggianti alla guerra santa e al martirio, materiale di propaganda jihadista era presente anche sul suo cellulare. Inoltre avrebbe cercato online istruzioni e manuali per costruirsi armi artigianali.

L’uomo, secondo la Procura, avrebbe quindi fatto parte di una rete internazionale “finalizzata al proselitismo ed all’esaltazione delle azioni terroristiche riconducibili allo Stato Islamico”. Da queste considerazioni la decisione di emettere un provvedimento urgente di custodia motivato da un concreto pericolo che potesse rendersi responsabile di reati di maggiore gravità.

Trasmessa la documentazione alla Procura di Brescia, gli agenti hanno rintracciato il 46enne e dopo l’arresto lo hanno portato a Canton Mombello.