9.85, quattro centesimi dal bronzo e suo terzo miglior tempo di sempre. Il desenzanese volante Marcell Jacobs non sarà riuscito a tornare sul podio dei 100 metri, a riconfermare quel pesantissimo oro conquistato a Tokyo, ma di certo ha corso una finale da applausi.
Il bresciano corre la gara della vita, partendo in una posizione scomoda che lo vedeva campione sì, ma anche outsider. Infatti fra i presenti ai blocchi era quello con il tempo più alto, ma dopo lo sparo mette tutto. Dell’italianissima pista di Saint-Denis è stato detto e ridetto che è viola, ma anche molto veloce. Già dalle batterie si era visto chiaramente.
La finale lo ha confermato, ma soprattutto ha ribadito il livello altissimo degli aspiranti al podio. Vince lo statunitense Noah Lyles con 9.79. Stesso crono ma con 5 millesimi in più per il l’argento giamaicano di Thompson, seguito dall’altro atleta stelle e strisce Fred Kerley. Il tempo di Jacobs, che in tante altre finali sarebbe valso almeno una medaglia, qui significa quinto posto. Per lui anche qualche problemino durante la corsa, tanto che al termine ha avuto bisogno della borsa del ghiaccio sulla coscia sinistra.
“Non posso essere troppo contento – è stato il primo commento alla Federazione – Sono uscito molto bene dai blocchi con un tempo di reazione molto buono (0.114) ma nella fase in cui dovevo continuare a spingere non ci sono riuscito. Ho dato tutto me stesso, il cento per cento, perché cerco sempre di tirare fuori il meglio nelle occasioni importanti. Sicuramente avrei voluto la medaglia e mi dispiace, credevo di poterla prendere. Tra me e l’oro c’erano solo sei centesimi, gli altri sono stati più veloci e più bravi. Ma questa gara è anche una soddisfazione, dopo un anno e mezzo difficile. È stata una stagione complicata, ho cambiato tutto per ritrovare me stesso e la forma che da un po’ di tempo non avevo, però credo in questo progetto e siamo arrivati comunque a 9.85. Era da tre anni che non correvo così forte, vuol dire che sono a buon punto anche se non è bastato per vincere ancora. Non finisce qui, ci sono altri quattro lunghi anni da affrontare prima della prossima Olimpiade. Ho avuto un crampo alla coscia, una strana sensazione al bicipite femorale, ma sono abbastanza sereno e pronto a scendere in pista con la staffetta, siamo qui da campioni olimpici”.