Chi si è recato in questi giorni al Castello di Brescia si sarà di certo accorto che la locomotiva è sparita. Nessuno l’ha spostata, sia ben chiaro, ma è stata coperta dal grande tendone che sancisce l’inizio degli attesi lavori di restauro.
La motrice a vapore della Società Nazionale Ferrovie e Tranvie che dopo aver percorso circa 2,5 milioni di chilometri dal 17 settembre 1961 si trova nel piazzale del bastione San Faustino, ormai necessitava di queste opere per salvarla dai danni causati dai decenni all’aperto e dalla trascuratezza. Per ritrovare questa amica di molti ci vorranno circa sei mesi e oltre 170mila euro, di cui circa 60 raccolti grazie al crowdfunding.
Ora che la prima fase, quella della cantierizzazione, si è conclusa, si passa alla seconda: si partirà con un lavaggio accurato e dall’asportazione degli accessori rimuovibili. Quelli recuperabili saranno restaurati, gli altri ricostruiti. Sarà poi la volta di un lavoro che potremmo definire di carrozzeria con risamento e verniciatura per ripristinare la livera originale.
La cabina di guida sarà recuperata e tutti gli accessori (maniglioni, portafanali, borchie, profili e serrature) saranno sabbiati, verniciati e lucidati (oppure ricostruiti, se necessario).
Saranno sostituite anche le tubazioni dell’impianto pneumatico e verrà revisionato l’impianto elettrico per consentire l’accensione automatica dei fanali nelle ore notturne.
Lo svolgimento delle operazioni di pulizia e restauro sarà eseguito con la supervisione di una figura specializzata, la restauratrice Marianna Cappellina del Museo della Scienza e Tecnologia di Milano, che riveste un ruolo di supporto al responsabile di progetto dell’intervento, oltre che con la condivisione con la Soprintendenza.